Ostia, in merito alla vicenda delle chiusure dei chioschi e del servizio di fornitura di lettini e dei bagnini di salvataggio che sono stati fatti cessare per volere del Campidoglio anche a Capocotta ,come vi avevamo raccontato in un nostro articolo dei giorni scorsi, arriva oggi, sabato 20 maggio, un altro aggiornamento che certifica come di fatto, la più importante struttura attrezzata ed oasi per naturisti del litorale romano, sia stata ufficialmente chiusa al pubblico.
I nudisti convocano un sit-in al Campidoglio per protestare contro la chiusura dei servizi di Capocotta
Arriva infatti con un post sul profilo Ufficiale di Lorenza Spadini, presidente dell’Anoca, la comunicazione che proprio questo sabato, di fatto, Capocotta non esiste più, è stata chiusa, in un destino comune a quello accaduto di recente agli altri chioschi dei “Cancelli” di Castel Porziano, accomunati da un problema: avevano operato sempre senza autorizzazione da parte del Campidoglio, che, da par suo, non si era mai curato di istituire un regolare bando di gara pubblico.
Nel post tramite facebook di questo sabato mattina, 20 maggio, Lorenza Spadini, comunica quanto segue, invitando gli interessati ad una manifestazione di pacifica ma sentita protesta pubblica per la prossima settimana: “In data odierna è stata chiusa la struttura dell’Oasi Naturistica di Capocotta. Si invitano gli avventori del chiosco naturista a presentarsi il prossimo martedì 23 maggio alle 13 sotto al Campidoglio, quando sarà aperto il consiglio comunale, per un sit-in pacifico, tutti muniti, eventualmente, di striscioni. Si chiede gentilmente di sottoscrivere l’adesione al sit-in tramite messaggio privato o sulla mia posta del profilo facebook o su quella di Veronica Ciotoli (gestore dell’attività)”.
L’Anoca è l’associazione nata dal desiderio di un gruppo di appassionati storici del naturismo, con l’obiettivo di promuovere il naturismo stesso ed incoraggiare la sua pratica nell’incantevole e unico scenario dell’oasi naturista di Capocotta.
Obiettivo dell’ Anoca è quello di valorizzare la pratica naturista e permettere la conservazione e la salvaguardia del patrimonio ambientale e paesaggistico di Capocotta.
Pertanto si è appena consumato un vero terremoto che sconvolge il panorama delle strutture balneari lidensi.
Questa “smobilitazione” di Capocotta è solo l’ultimo doloroso tassello che è partito dal giorno in cui la Polizia locale, in coordinamento con personale della Guardia Costiera, ha comunicato ai gestori dei cinque chioschi comunali di Capocotta che avrebbero dovuto sgomberare il campo entro questa settimana, e così è stato, similmente a qunato accaduto a Castel Porziano
Dal 1999 Capocotta è sempre stata affidata ai privati, nonostante fosse di proprietà del Comune di Roma, che ora ha deciso: sgombero di massa.
Il blitz della polizia locale a sua volta è derivato dal provvedimento di chiusura dei chioschi imposto dal Tribunale, che ha concentrato la propria attenzione su quelli presenti ai “Cancelli”, ossia la spiaggia libera più vasta d’Europa.
Ora, dunque, è stato il turno di Capocotta, la spiaggia più bella del litorale romano, dato che qui si trova uno dei rarissimi e ultimi residui di Macchia Mediterranea, con dune sabbiose, amatissma dai naturisti, ora priva di servizi.
Ne hanno fatto le spese i chioschi del Mecs Village, Porto di Enea, Oasi naturista, Mediterranea e Dar Zagaja che hanno tolto tutte le attrezzature per le operazioni propedeutiche alla chiusura definitiva, come deciso nella seduta dello scorso 15 maggio alla presenza della Capitaneria di Porto, sempre perchè privi fin dagli albori delle necessarie autorizzazioni.
Il tutto in un periodo dove oltretutto il Decimo municipio non riesce a garantire il regolare servizio di salvataggio a Castel Porziano, diventata terra di nessuno,sporca e depredata dai ladri, nè ha avviato la copertura per i servizi sulle spiagge libere urbane.
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