Roma, i primi tre attivisti di Ultima generazione a processo. Sit-in a Clodio

Inizia il processo contro gli attivisti green che avevano imbrattato palazzo Madama: protesta in tribunale

E’ stata accolta con un sit-in fuori da piazzale Clodio oggi, 12 maggio, l’apertura del primo processo a carico di tre attivisti di Ultima Generazione, i manifestanti green che bloccano strade e danneggiano simbolicamente opere d’arte e palazzi istituzionali in segno di protesta contro i carburanti.

Inizia il processo contro gli attivisti green che avevano imbrattato palazzo Madama: protesta in tribunale

Almeno un centinaio di persone hanno voluto così esprimere il loro sostegno a tre giovani indagati per danneggiamento dopo che il 2 gennaio scorso hanno imbrattato la facciata del Senato a palazzo Madama.

Per loro il reato contestato è danneggiamento aggravato, che può comportare una condanna fino a 5 anni.

Noi siamo accusati per aver danneggiato il Senato cosa che non è avvenuta abbiamo usato vernice per colorare la parete quindi è un imbrattamento, il Comune e il Ministero della Cultura si costituiranno parte civile per richiedere i danni”, spiega Davide N, uno dei tre ragazzi a processo.

Al nostro Governo sembra interessare più la vernice, a noi interessa il nostro futuro“, hanno aggiunto gli altri due imputati, Alessandro e Laura.

I sostenitori

Siamo qui, perché hanno deciso di portare a processo così rapidamente tre persone che chiedono al governo di investire i soldi pubblici in maniera ragionevole”, ha spiegato una manifestante.

Nel vivace presidio sorvegliato dalle forze dell’ordine hanno partecipati rappresentanti di associazioni, movimenti e partiti politici. C’era anche la bandiera di Amnesty International.

Per Laura Renzi di Amnesty International, “c’è una responsabilità della politica, della magistratura ma anche dei media che fanno una narrazione tossica di chi scende in piazza. Oggi la società civile chiede giustizia e libertà”, ha detto.

E’ intervenuto anche l’ex ministro dell’Ambiente del governo Prodi Alfonso Pecoraro Scanio: “L’emergenza climatica c’è e sarà più grave. Tutto questo lavoro è per evitare che diventi catastrofe climatica: il clima è cambiato e cambierà. Il mio sostegno è per il loro obiettivo: togliere ogni contributo ai combustibili fossili”.