Al Mobility Forum di Roma, nuove tecnologie a supporto della gestione del verde. Perronace: "Le aree verdi vanno studiate per migliorarne il potenziale. Con sensori e intelligenza artificiale, si può monitorarne la salute"
La seconda edizione del Mobility Forum dedicato alle smart city e alla mobilità intelligente, si è concluso oggi al Palazzo dell’Informazione di Roma, mettendo a segno l’obiettivo più importante, e cioè l’esposizione e il confronto tra tante realtà del mondo aziendale e istituzionale, sui temi da affrontare per disegnare un futuro realmente sostenibile nelle città italiane, sul fronte mobilità, transizione energetica e “città intelligente”.
Una fotografia molto precisa della situazione attuale, ha fatto emergere quanto lungo sia il percorso e il lavoro da fare nel breve e nel lungo periodo, analizzato anche attraverso l’esperienza di alcuni professionisti del settore. Ad uno di loro, Leonardo Perronace, esperto di verde urbano, abbiamo chiesto quanto peso abbiano nell’evoluzione della mobilità le infrastrutture verdi, e quanto le app e l’intelligenza artificiale, possano supportarne il potenziale e la loro miglior gestione.
“La migliore delle mobilità possibili deve passare per le infrastrutture verdi”. Parola di Leonardo Perronace, esperto di verde pubblico, tra gli invitati al Mobility Forum della Capitale per intervenire in merito a infrastrutture verdi nelle città resilienti. Una sfida ed un viaggio che riguarda anche una corretta gestione del verde urbano:
“Parliamo di mobilità e sostenibilità lavorando in proiezione, ma dobbiamo pensare anche concretamente al presente e come migliorare la nostra gestione del verde urbano, che spesso purtroppo manca di piccole/grandi accortezze, soprattutto sui tempi da valutare nel rispetto dei cicli naturali – spiega l’esperto -. Se un piccolo comune in media spende 10 euro l’anno a persona per gestione del verde, che significa sostanzialmente lo sfalcio dell’erba, pensiamo a quanto spende una grande città come Roma, dove sbagliare il momento del taglio dell’erba ha un costo enorme, sia in termini di spesa pubblica che di cicli naturali”.
Ma qual’è il momento giusto nell’ottica di una buon economia e di una corretta gestione del verde? “Il momento giusto è quello in cui a fioritura avvenuta abbiamo dato il tempo agli insetti impollinatori di “promuovere” la biodiversità e rilasciare i semi sul terreno, solo allora tagliando le erbe, potremmo essere certi di non dover intervenire con un’altra spesa per lo sfalcio dopo pochi giorni, risparmiando le risorse economiche almeno del 40%, e utilizzandole quando necessario nei mesi più a rischio incendi”.
L’occasione del Mobility Forum di Roma, è stata importante per ribadire dei concetti, considerati dirompenti anche se con cose semplici, ma anche per esporre le idee innovative dell’esperto, e cioè l’utilizzo dei sensori elettronici e l’analisi, con l’intelligenza artificiale, delle immagini per il controllo del verde urbano: “Credo siano veramente il futuro per le città resilienti che sogniamo, le smart cities. Si tratta di partire dal presupposto che le aree verdi vanno studiate per migliorarne il potenziale, un’analisi che non riguarda solo quella porzione di terreno e la sua architettura, ma anche la relazione con il suo ambiente circostante – prosegue l’esperto -. Ancora oggi le risultanze di molti studi effettuati sul recupero delle aree verdi abbandonate, dimostrano la relazione con l’aumento dei valore delle abitazioni e la diminuzione della criminalità. Ecco perché è fondamentale il censimento delle aree verdi, l’analisi di quante persone vi passano con l’ausilio di sensori, ed infine l’analisi delle immagini che mostrano i valori legati allo stato di salute delle piante (nelle foto di copertina), da conoscere per somministrargli la giusta cura”.
Nuove tecnologie a supporto della gestione del verde dunque, già disponibili o pronte a breve, ma anche strategie più efficaci che devono essere prese in considerazione per migliorare la qualità della vita nelle nostre città: “Possono servire a definire un nuovo modello per la mobilità urbana e garantire un futuro veramente sostenibile. Una cosa che non si costruisce in un giorno ma sta comunque a noi farlo. Come dice Abramo Lincoln “La miglior cosa del futuro è che arriva un giorno alla volta”. Sono grato che finalmente le infrastrutture verdi stiano ricevendo l’attenzione che meritano nella nostra quotidianità. Serviranno a ripensare il trasporto, che dovrebbe essere diviso in percorsi secondo un sistema che ti fa decidere cosa fare, dove andare e come andarci. Tanto per capirci, nulla di più lontano dall’attuale mappatura delle piste ciclabili cittadine” – conclude Perronace.