I tifosi di vecchia data della Lazio, quelli affezionati alle magie della mitica squadra allenata dall’iconico “Maestro”, il tecnico Maestrelli, vivono ore di grande rammarico e di vicinanza alla sofferenza di uno dei loro ex beniamini, il “folletto” di centrocampo Vincenzo D’Amico, centrocampista offensivo oggi 69enne, un grande talento capace di far vincere alla squadra biancoceleste lo storico Scudetto della stagione 1973-1974, il primo in assoluto per la società dell’allora Patron Umberto Lenzini. D’Amico ha infatti annunciato d’avere il cancro ricevendo trasversali manifestazioni d’affetto, con il popolo di suoi tifosi in prima fila a supportarlo.
Il 69enne ex “folletto” capace di vincere da protagonista il primo scudetto della Lazio nel 1974, annuncia via social di avere il cancro e di non smettere di lottare
In queste ore infatti, tramite un suo post social pubblicato su Facebook, l’ex calciatore della Lazio, classe 1954 originario di Latina, ha annunciato con poche e toccanti parole ai suoi fan e tifosi, che lo reputano sempre una bandiera eterna, di avere il cancro ma di non essere intenzionato ad arrendersi alla pesantissima malattia.
L’ex atleta ha ricevuto grandi manifestazioni d’affetto da tutto il mondo sportivo e calcistico, dentro e fuori da facebook, con la sua bacheca inondata di emoticon, parole d’amore e cuoricini nei suoi confronti, quando D’Amico ha scritto, rivelando di avere il cancro: “Mi dicono che i malati oncologici tirano fuori forze inaspettate! Io ci sto provando!”
D’Amico resta tra i primi interpreti “moderni” del ruolo di centrocampista in appoggio agli attaccanti, il primo vero esempio di fantasista o trequartista negli anni ’70 e ’80 con la sua statura contenuta ed una capacità tecnica di altissimo livello, laziale vero, per oltre 10 anni in due diversi periodi con la parentesi finale di fine carriera tra le fila degli umbri rossoverdi della Ternana.
Il suo periodo “cult” di militanza nelle aquile biancocelesti senza dubbio è stato il primo quello dal 1971 al 1980, dove ha raccolto oltre alla vittoria di uno Scudetto entrato a buon diritto nell’immaginario di tutti gli aficionados laziali, il primo della loro storia, venendo anche premiato quell’anno come miglior giovane giocatore e siglando un gol decisivo nel derby cittadino con la Roma.
Conclusa la sua prima avventura laziale con 155 presenze e 16 gol, passa poi, per trovare nuovi stimoli, ai granata del Torino, sentirà fortissimo il richiamo della maglia con l’aquila sul petto e tornerà a giocare una seconda volta nella Capitale dall’1981 al 1986, con altre 121 presenze e 24 gol complessivi.
In quel periodo era tornato “d’urgenza” in campo con i suoi colori di sempre, da salvatore della patria, vedendo la sua Lazio in difficoltà e anche in quel caso era riuscito nell’intento. salvandola dalla retrocessione in serie C.
D’Amico è restato e resta tuttora legatissimo alla Lazio e alla città di Roma, pur non essendo romano, come pochi altri calciatori al mondo un tutt’uno con la maglia laziale.
Successivamente, appesi gli scarpini al chiodo, più volte negli anni si è fatto apprezzare come commentatore Rai per varie telecronache di calcio e in trasmissioni tv storiche come Dribbling, sempre per le reti Rai.