Acli Terra: "Aumento ingiustificato. Necessario controllare la trasparenza del mercato"
Tutti uniti contro l’aumento vertiginoso del prezzo della pasta solo nel mese di marzo è stata registrata una impennata del 17,5% rispetto all’anno precedente. E’ il motivo che ha spinto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, a dare mandato a Benedetto Mineo, Garante per la sorveglianza dei prezzi, ribattezzato dalla stampa Mister Prezzi, di convocare la Commissione di allerta rapida per analizzare la dinamica degli aumenti. A fare solleciti da Acli Terra a Coldiretti.
Sarà la prima riunione della Commissione creata con il decreto trasparenza. La riunione è convocata l’11 maggio alle 14.30.
D’accordo con questa scelta il Presidente nazionale di Acli Terra, Nicola Tavoletta, per il quale questo aumento non ha nessun motivo di esserci: “Il mercato della pasta, sia a livello nazionale che internazionale, per noi è strategico – ha dichiarato in una nota – perché l’Italia copre il 25% di tutto il mercato mondiale; abbiamo un impegno di 7.500 addetti, con 200mila aziende agricole e fornitrici di grano duro, 350 molini per la prima trasformazione e circa 120 aziende di trasformazione finale”.
“Un aumento del prezzo – aggiunge – con queste percentuali non è giustificato dai costi, ma siamo in presenza di una situazione che porta confusione ai numerosi lavoratori e lavoratrici. Occorre quindi una indagine approfondita per controllare la trasparenza del mercato, a partire dalla pressione che riesce a fare la Finanza rispetto alla grande distribuzione o alle piattaforme logistiche“.
Rincari che, secondo la Coldiretti, non sono in linea con l’andamento delle quotazioni del grano duro.
L’associazione dei consumatori Assoutenti ha stilato, intanto, la mappa ufficiale del caro-pasta in Italia. Ancona è la città italiana che vanta il prezzo più alto della pasta. Cosenza è la più economica mentre a Siena si registra l’incremento annuo più pesante. E solo in 12 province i listini di spaghetti, rigatoni, penne eccetera risultano oggi inferiori ai 2 euro al kg. Più nel dettaglio a marzo, in base agli ultimi dati ufficiali, il record del caro-pasta spetta ad Ancona, dove il prezzo medio si è attestato a 2,44 euro al kg – analizza Assoutenti – In seconda posizione troviamo Modena (2,41 euro/kg) seguita da Cagliari (2,40 euro/kg), Bologna (2,39 euro/kg) e Genova (2,38 euro al kg): 2,2 euro al chilo il prezzo a Roma.