Roma, nuovi particolari sull’omicidio dopo lite tra coinquilini: c’è l’aggravante dei futili motivi

Alla base dell'accoltellamento mortale di mercoledì scorso, dopo una lite tra i due coinquilini, ci sarebbero futili motivi ed una crescente tensione che durava da mesi

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Immagine di repertorio

Roma: emergono nuovi particolari riguardo alla violenta lite che è costata la vita ad un uomo, ucciso a coltellate dal coinquilino nella giornata di mercoledì 26 aprile, quando nel VI municipio capitolino, in zona Finocchio, i litigi del passato sono scaturiti nell’accoltellamento di un 40enne e spunta adesso l’aggravante, per l’assassino, delle violenze che avrebbero alla base futili motivi.

Alla base dell’accoltellamento mortale di mercoledì scorso, dopo una lite tra i due coinquilini, ci sarebbero futili motivi ed una crescente tensione che durava da mesi

A quanto filtra dalle indagini in corso, questa volta, come anche tempo fa, tutto sarebbe scaturito infatti da una questione di soldi, in questo caso la necessità di pagare l’affitto dell’appartamento che i due condividevano insieme.

Il 40enne deceduto per una serie di coltellate all’addome è un cittadino afghano, Khan Gulab, titolare di un autolavaggio nella Città Eterna, con una terza persona, presente al momento dell’aggressione, che ha allertato i soccorsi facendo arrivare il personale medico dell’Ares 118 e la polizia sul posto, in via Alia.

Intervenuti sul posto, i poliziotti del VI distretto Casilino hanno arrestato l’accoltellatore, un 38enne connazionale della vittima, ora indagato per omicidio, che è stato richiuso nel carcere romano di Regina Celi e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che a breve svolgerà l’udienza di convalida dell’arresto.

Adesso, grazie ai rilievi della scientifica e alla successiva autopsia, si accerteranno le cause della morte per accoltellamento e sarà possibile celebrare il funerale del cittadino afghano chiudendo il caso che, anche grazie alla presenza del testimone oculare, ha permesso rapidamente di individuare ed arrestare il colpevole.

Ricordiamo come sempre ai nostri lettori che in questi casi l’indagato va considerato come presunto innocente fino alla celebrazione del processo, dove si individueranno le prove e fino all’ultimo grado di giudizio, anche in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari.