Per l’Arpa Ostia raggiunge il massimo della qualità delle acque balneabili al pari di Ponza, Montalto, Nettuno Sabaudia e Sperlonga
A pochi giorni dall’apertura della stagione dei bagni, fissata per il Primo maggio a eccezione di Ostia (leggi qui), l’Arpa Lazio ha reso noti i dati sulla qualità delle acque balneabili. E il titolo dell’eccellenza per il secondo anno consecutivo è andato a Ostia che in questa speciale classifica si affianca a luoghi della villeggiatura dalle acque tradizionalmente cristalline come Sabaudia, Sperlonga, le Isole Pontine ma anche Nettuno, Latina Lido, Itri, Montalto di Castro e Minturno.
La graduatoria è stata sancita dal decreto con cui il presidente della Regione, Francesco Rocca, ha individuato e classificato le acque destinate alla balneazione e i punti di monitoraggio, con miglioramenti significativi che si registrano su larga parte del litorale laziale.
Per l’Arpa (Agenzia regionale di protezione ambientale) il titolo dell’eccellenza nelle acque balneabili prive di inquinamento viene confermato (leggi qui) per Ostia, Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, a Nettuno, in provincia di Roma, Gaeta, Formia, Minturno e in tutte le isole pontine, Sabaudia, Sperlonga, Latina Lido e Itri. Quest’anno, alla riconferma delle località che hanno brillato anche nella stagione 2022, si aggiungono nella graduatoria dell’eccellenza anche Civitavecchia, San Felice Circeo e Fondi.
Ci sono miglioramenti a Cerveteri dove però non è eccellente la situazione nei 250 metri a sinistra (con le spalle al mare) del fosso Zambra. Bene pure Fiumicino, dove spariscono tratti ritenuti scarsi: zona 250 metri a sinistra del fiume Arrone (zona Passoscuro) è classificata come sufficiente e quella 250 metri a destra (Fregene Villaggio dei Pescatori) come buona, mentre tutte le altre sono eccellenti.
Un leggero miglioramento anche per la costa di Pomezia, dove continua a esserci una zona scarsa (fosso Crocetta), ma quelle che non raggiungono l’eccellenza si riducono da quattro a tre. Ad Ardea, località balneare che da tempo detiene la maglia nera della balneazione, due zone sono ritenute scarse, una sufficiente, una soltanto eccellente, ma un’altra passa da sufficiente a buona. A Terracina infine a non andare oltre la sufficienza resta soltanto la zona 500 metri a destra del fiume Portatore.
Situazione immutata per Anzio, dove una sola zona non va oltre il buono, e lo stesso a Ladispoli. A Tarquinia un’altra area raggiunge l’eccellenza, ma una seconda passa da sufficiente a buono, mentre resta scarsa quella 400 metri a destra del fiume Marta.
Arretra di qualche punto il mare di Santa Marinella: alle 5 zone che non raggiungevano l’eccellenza, quest’anno se ne aggiunge un’altra, quella da fosso Castrato alla via Aurelia, ritenuta appena sufficiente.
Ecco l’elenco dei tratti di mare vietati alla balneazione (non solo per ragioni di inquinamento ma anche per gli aspetti legati alla sicurezza). La tabella va interpretata guardando la terra da mare.
Per quanto riguarda i laghi, si confermano ottime le acque di Vico, Bracciano, San Puoto, Martignano, Nemi, Turano, Salto, Ventina e Scandarello. Peggiora il lago di Bolsena, dove i tratti che non raggiungono l’eccellenza diventano tre, due nel Comune di San Lorenzo Nuovo e uno in quello di Bolsena. E l’inquinamento aumenta anche nel lago Albano, dove scivola sulla sufficienza la zona nei pressi dell’emissario, nel comune di Castel Gandolfo.