AXA, dopo tre cicli di trattamento i pini sono rinverditi. Il Consorzio: "Nella cura va rispettata una tempistica molto precisa ma i risultati ci sono"
Se curati i pini possono essere salvati dalla devastazione della cocciniglia tartaruga. A dimostrarlo è il caso del Consorzio Axa, il cui patrimonio arboreo si sta riprendendo come visibile anche nell’effetto “prima e dopo” che mostriamo nella foto di copertina. In tal caso l’endoterapia applicata a dovere rispettando i cicli, ha restituito alle piante il vigore e la chioma dalla caratteristica forma ad ombrello, è tornata folta e rinverdita.
Si è concluso a marzo il terzo ciclo di endoterapia per i pini attaccati dalla “toumeyella parvicornis” all’AXA. Anche il patrimonio arboreo del Consorzio caratteristico della zona del litorale romano, aveva subito gli effetti devastanti della malattia indotta dal parassita denominato “cocciniglia tartaruga”. Una moria sulla quale il Consorzio AXA aveva deciso di intervenire nel 2021, tentando di fermare quel trasudamento della resina scura dalle chiome che li stava facendo essiccare.
La cura che consiste nel praticare dei piccoli fori nella corteccia del pino, attraverso i quali iniettare l’insetticida nel sistema di acquisizione dell’acqua dell’albero, che corre dalle radici alla chioma, ora a distanza di quasi due anni, sta dando i risultati sperati.
Il sistema è stato applicato a circa 150 gli alberi ed è stato ripetuto ogni sei mesi, come venne annunciato al principio della terapia. Dopo il primo intervento, secondo quanto previsto ne sarebbero bastati altri due, per risolvere la problematica. E stando ai risultati ottenuti fino ad ora sembra che funzioni, come evidenziano le foto dello stesso pino a distanza di qualche anno (in copertina).
Una prima azione effettuata nel mese di marzo del 2021 insieme ad un lavaggio della chioma con una soluzione di sali di potassio nei mesi estivi, un secondo ciclo di cura è iniziato ad ottobre dello stesso anno a partire dagli alberi di piazza Eschilo e proseguito su via Euripide. Poi la cura è stata applicata alle vie parallele e, successivamente su quelle ortogonali fino al completamento del ciclo a marzo 2023. Una tempistica molto precisa che bisogna avere cura di rispettare nel trattamento, e cioè di circa 180 giorni a ciclo.
Questa tecnica di cura, spiegò all’epoca l’ex consigliere del Consorzio AXA Maurizio Palchetti, è stata sviluppata principalmente presso l’Università Federico II e i laboratori del Vaticano, consiste nell’inoculazione nei condotti in cui scorre la linfa dell’albero di un principio attivo, “Kestrel”, che, oltre ad essere l’unico insetticida permesso dal protocollo comunale per questo tipo di cura, è particolarmente efficace nei confronti di insetti fitofagi quali, ad esempio, le cocciniglie, agendo sul sistema nervoso centrale. Il trattamento viene effettuato lontano dalle fasi di fioritura e in condizioni climatiche ottimali, senza pioggia o forte vento.
Con il successo del “caso AXA” nella cura dei pini, è sempre più difficile non guardare in modo ancora più critico la débâcle che in tre anni è avvenuta su decine di migliaia di pini, decimati dall’attacco della Cocciniglia tartaruga, e di conseguenza abbattuti nel X Municipio di Roma.
Un disastro ambientale senza precedenti sul quale dovevano e potevano essere adottate già dalla primavera del 2021, misure in realtà obbligatorie mai applicate sul patrimonio arboreo pubblico.