Ardea, omicidio Daniel e David: la madre del killer indagata per omicidio colposo. Ecco perchè

La madre viene ufficialmente iscritta nel registro degli indagati per aver tenuto nascosto l'instabilità del figlio killer e il possesso della pistola dell'ex marito, una guardia giurata deceduta nel 2020

Ardea: ci sono nuovi risvolti per quanto riguarda il caso di Andrea Pignani, ingegnere di 34 anni che ha ucciso a Colle Romito David e Daniel Fusinato, i bimbi di 5 e 10 anni amatissimi ad Ostia, dove uno dei due giocava a calcio tra le fila dell’Ostiamare, e Salvatore Ranieri, con la mamma che dopo lunghe indagini è stata iscritta nel registro degli indagati per omicidio colposo, in quanto gravemente sospettata di conoscere da tempo ed aver sottovalutato la grave instabilità psichica del figlio che ha poi ucciso le tre persone e poi si è suicidato.

La madre viene ufficialmente iscritta nel registro degli indagati per aver tenuto nascosto l’instabilità del figlio killer e il possesso della pistola dell’ex marito, una guardia giurata deceduta nel 2020

Tra le accuse che le vengono mosse c’è prima di tutto quella di non aver restituito la pistola di suo marito, un’ex guardia giurata deceduta nel novembre di tre anni fa, non dichiarando mai alla forza pubblica l’esistenza e il possesso di quell’arma, che doveva essere riconsegnata.

Infine, più recentemente, alla madre ora viene contestato di non aver vigilato sufficientemente sul figlio pur sapendo che si trattasse di un soggetto estremamente pericoloso.

Il giorno della tragedia Daniel e David sono stati inseguiti in bici nel parco delle Pleiadi e degli Aironi di colle Romito, vicino la loro casa, poco prima del pranzo e sono stati uccisi a colpi di pistola, subito dopo Salvatore Ranieri, che aveva provato a difenderli dal killer.

Proprio per il possesso di quell’arma ora la Procura di Velletri, che già aveva indagato la madre per non aver denunciato l’arma, una beretta 7.65, aggiunge ai capi d’accusa il fatto che si sia disinteressata e non abbia vegliato sul figlio, venendo indirettamente ritenuta corresponsabile del triplice assassinio compiuto da suo figlio.

il 13 giugno di due anni fa, dopo aver ucciso, Pignani si è chiuso in casa e si è suicidato, sparandosi con la stessa arma con la quale poco prima aveva compiuto una carneficina.

Le forze dell’ordine, dopo una breve ricerca, lo hanno trovato morto sul letto, in una vicenda che ancora non è chiusa e ha scosso le coscienze di tutta Italia.

Come sempre in questi casi, ricordiamo ai lettori che tutti gli indagati sono da ritenere presunti innocenti e che le prove si formereanno nel corso del processo, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari.