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Porto di Claudio e Traiano, a Fiumicino una scoperta tira l’altra (VIDEO)

Le nuove scoperte al Porto in collaborazione con l’Ecole francaise de Rome

Nuove scoperte e sorprese: il Porto di Claudio e Traiano a Fiumicino continua a svelarsi. A rivelarle l’Ecole francaise de Rome che ha appena celebrato i 150 anni dalla fondazione con una visita speciale al porto con risalita dal Tevere. L’occasione per fare un bilancio sui nuovi tesori riportati alla luce.

Le nuove scoperte al Porto in collaborazione con l’Ecole francaise de Rome

La collaborazione tra l’Ecole e il Parco archeologico di Ostia Antica e Portus risale al 2009 e in 15 anni di ricerche è stato possibile condurre una serie di campagne di scavi sull’approdo voluto dall’Imperatore Claudio.

Il sistema termale rinvenuto

L’ultima sorpresa il rinvenimento di un piccolo sistema termale, datato grazie al ritrovamento di alcune monete alla metà del IV secolo. Un impianto caratterizzato da un calidarium e di un frigidarium, oltre che da colonne con capitelli, a testimonianza del fatto che già all’epoca il porto di Roma non era più in mare.

Ostia-Portus è un autentico hub del Mediterraneo romano grazie alla vicinanza alla capitale dell’Impero, in una posizione strategica lungo la costa tirrenica.

Incastonato alla foce del Tevere, all’ingresso dell’attuale Fiumicino, non lontano da Ostia Antica, per tutta l’epoca imperiale e oltre, il sistema portuale di Ostia-Portus, con la sua fitta rete di magazzini, ha assicurato via fiume la ricezione e la ridistribuzione di enormi quantità di merci in arrivo da tutto il Mediterraneo fino alla capitale dell’Impero.

Le visite a Pasqua

Il Porto di Claudio e Traiano sarà visitabile anche neri giorni delle festività Pasquali con il consueto orario: dalle 8.30 alle 19 con l’ultimo ingresso per le 18. Tutti gli altri appuntamenti per il ponte di Pasqua. (leggi qui)

Una ricerca archeologica e ambientale è attualmente condotta da un team internazionale a Ostia-Portus, uno dei più importanti porti romani del Mediterraneo occidentale.

L’abbondanza di fonti e la ricchezza dei resti archeologici rendono il porto imperiale un prezioso laboratorio di studi per la comprensione dei porti dell’antichità romana.

La collaborazione con l’École française d’Athènes è stata fin dall’inizio utile per l’avvio delle ricerche con dei workshop di studi sui magazzini a Delos in Grecia o a Hergla in Tunisia.

Il più grande porto antico

Situato alle porte di Roma, alla foce del Tevere, il complesso portuale di Ostia-Portus è il più grande del mondo antico.

Per la vicinanza alla capitale dell’Impero, la posizione strategica lungo la costa tirrenica e la ricca rete di canali navigabili, può essere considerato un vero e proprio hub del Mediterraneo romano.

Per tutta l’epoca imperiale e oltre, il sistema portuale di Ostia-Portus, provvisto di una fitta rete di magazzini, assicurò la ricezione e la ridistribuzione delle enormi quantità di merci che giungevano da tutto il Mediterraneo per essere trasportate via fiume fino alla capitale dell’Impero.

La brulicante popolazione dell’Urbs, stimata al suo apice a oltre un milione di abitanti, dipendeva pertanto quasi interamente dall’efficienza di questa “catena di approvvigionamento il cui anello principale era, ovviamente, la capacità di stoccaggio dei porti“.

Attualità delle ricerche a Portus

Voluto da Claudio ma completato da Traiano e dagli altri imperatori Antonini, il porto era stato interamente riorganizzato sotto la dinastia dei Severi per essere mantenuto in attività ben oltre l’epoca imperiale. Il grande bacino portuale (circa 200 ettari) poteva ospitare diverse centinaia di navi contemporaneamente. Era delimitato da due enormi moli ad arco di cerchio costruiti direttamente nel mare.

Questi ultimi proteggevano il porto interno che era stato costruito sulla terraferma prima che il mare penetrasse tra gli edifici.

Gli antichi porti marittimi di Ostia e Portus si trovano oggi a circa 3 km dall’attuale costa tirrenica, conseguenza di un lungo processo di insabbiamento che dalla tarda antichità ha modificato la morfologia di quest’area.

Claudio mise al lavoro i suoi ingegneri che individuarono l’attuale costa di Fiumicino per realizzare l’approdo reso maestoso grazie alla costruzione di un gigantesco complesso di stoccaggio, arricchito da enormi colonne di travertino lungo tutti i portici di questi magazzini.

I magazzini

Il qualificato staff dell’Ecole ha puntato le attenzioni proprio su questi magazzini con scavi mirati che hanno portato a scoprire mura larghe circa 3 e profonde fino a 6 metri.

“In questa zona – sottolinea l’archeologa Evelyne Bukowiecki, responsabile del progetto per conto dell’Ecole – scoperte 300 celle di 90 metri quadrati ognuna con volte a botte circondate da un vespaio. Questo modo di costruire si è rivelato efficace contro umidità e caldo grazie al sistema di aereazione: all’interno degli ambienti infatti una temperatura costante di circa 21° ideale per conservare le merci.

Approfondimenti sono stati effettuati sul “Portico di Claudio” e lungo il molo nord-sud.

Abbiamo scoperto anche il “Balneum del viaggiatore” risalente al IV secolo d.C. – aggiunge – dove rinvenuti due capitelli in stile corinzio e tre basi di colonne“.