Santa Marinella, nello stabilimento più di 20 lavoratori irregolari: scatta la maxi sanzione da 50mila euro

Santa Marinella, stabilimento nei guai ad un mese dall'apertura della stagione balneare: maxi multa per lavoro in nero e contributi non versati

Foto d'archivio

Controlli a tappeto della Guardia di Finanza sono già partiti negli stabilimenti balneari del litorale romano, dove in questa fase ad un mese dalla riapertura della stagione balneare, l’attenzione è rivolta soprattutto alle assunzioni irregolari della forza lavoro.

E il blitz delle ultime ore ha già fatto le prime “vittime” tra i gestori degli stabilimenti di Santa Marinella, dove in una struttura sono stati individuati oltre venti lavoratori irregolari. Quasi tutti per essere più precisi su un totale di 26 neo assunti, erano impiegati “in nero”.

Santa Marinella, stabilimento nei guai ad un mese dall’apertura della stagione balneare: maxi multa per lavoro in nero e contributi non versati

I Finanzieri del Comando Provinciale della Capitale, hanno segnalato all’Ispettorato del Lavoro il gestore di uno stabilimento e l’amministratore di una società che sprovvista della necessaria autorizzazione rilasciata dal Ministero competente, aveva fornito alla struttura balneare diversi lavoratori senza averne titolo.

Gli accertamenti delle Fiamme Gialle del Gruppo di Civitavecchia, nello stabilimento sarebbero scattati dopo una segnalazione anonima arrivata al numero di pubblica utilità “117”, che ha permesso di appurare le irregolarità già messe in atto nell’attività presumibilmente in vista dell’imminente stagione balneare.

Su un totale di 26 lavoratori, per 21 di loro non erano state presentate le previste comunicazioni di instaurazione del rapporto di lavoro al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Ma con i controlli su 14 di questi lavoratori, è stato anche possibile smascherare le irregolarità anche di una società che aveva fornito la maestranze senza averne titolo, e cioè senza la prevista autorizzazione rilasciata dal Ministero competente per lo svolgimento dell’attività.

L’attività ispettiva, ha comportato pesanti sanzioni per un’ammontare di oltre 50mila euro, una maxi-sanzione prevista dalla normativa speciale, scattata tra le varie anche per la corresponsione delle retribuzioni in maniera non tracciabile e l’utilizzo per l’appunto, di manodopera fornita da un soggetto non autorizzato.

Per il rappresentante legale è anche partita la segnalazione all’I.N.P.S. per i contributi previdenziali non versati sui compensi erogati ai dipendenti.