Roma, attivi i tutor nella Galleria Giovanni XXIII. ACI: “In galleria il più alto tasso di mortalità”

Sicurezza in galleria: con l'attivazione dei tutor nella Galleria Giovanni XXIII, a Roma un convegno fa il punto sulle cause degli incidenti, i sistemi di soccorso e le novità per velocizzarli

Roma: è stato attivato nelle ultime ore il sistema di rilevamento della velocità nella Galleria Giovanni XXIII. I tutor arrivati dopo una stagione fin troppo lunga di incidenti sulle strade nel quadrante nord della capitale, come promesso, da stanotte hanno iniziato il loro lavoro di controllo che non darà più scampo a nessun automobilista che superi i 75 chilometri orari, e cioè i 70 stabiliti come limite più i 5 chilometri di tolleranza.

Sicurezza in galleria: con l’attivazione dei tutor nella Galleria Giovanni XXIII, a Roma un convegno fa il punto sulle cause degli incidenti, i sistemi di soccorso e le novità per velocizzarli

Con una copertura garantita in entrambi i sensi di circolazione il sistema tutor Celeritas nella Galleria Giovanni XXIII a Roma è finalmente attivo. E’ posizionato in tre punti sul lungo percorso della galleria, ed è in grado di monitorare la velocità media di guida dei veicoli a partire dall’inizio della tratta percorsa fino all’uscita. Al Celeritas da oggi non sfuggiranno nemmeno i veicoli che si inseriscono nella galleria dagli accessi intermedi.

Il sistema arriva in momento drammatico dove si registrano incidenti mortali con una frequenza quasi quotidiana e spesso proprio nelle gallerie, dove il soccorso risulta più complesso.

In queste ore o Sticchi Damiani di ACI a confermare questa statistica tragica: “In galleria deve aumentare la prudenza perché le operazioni di soccorso sono molto più complesse. In quelle circostanze di incidenti automobilistici gravi, il tasso di mortalità aumenta del 50%”.

Sebbene numericamente inferiori a quelli che avvengono all’aperto, gli incidenti stradali in galleria, hanno contro tutta una serie di aspetti che li rende ancora più rischiosi. C’è intanto “banalmente” il fatto, che mancano gli adeguati spazi di fuga alla quale cosa si aggiunge la criticità gestionale delle emergenze. 

Al fenomeno degli incidenti in galleria è stato dedicato proprio in queste ore anche un convegno che si è svolto presso l’Istituto Superiore Antincendi, con la collaborazione istituzionale dell’ACI e nel corso del quale è stato fatto il punto sui sistemi di sicurezza, prevenzione e monitoraggio, con dati alla mano allarmanti sugli incidenti rilevati solo nel 2021.

Nel 2021 si sono verificati quasi 600 incidenti stradali in galleria, di cui oltre 100 avvenuti in gallerie autostradali, quasi 300 in quelle urbane e circa 200 nelle extraurbane, con 18 decessi e 901 feriti totali in galleria, 359 in quelle urbane, 197 nelle autostradali e 345 su extraurbane.

Le cause degli incidenti: su tutte la distrazione 

Quanto emerso in queste ore dai dati è che gli incidenti sono dovuti soprattutto a errori umani, in primis la distrazione.

Ecco perché sul fronte della prevenzione, in collaborazione con altri Automobile Club europei ACI Italia ha eseguito dei test di sicurezza su gallerie della rete TEN – Trans-europea, la metà delle quali situate proprio in Italia, che hanno evidenziato carenze significative sul tema. Il programma aveva, inoltre, l’obiettivo di fornire consigli agli automobilisti sui comportamenti da osservare nelle condizioni di emergenza.

In Italia ci sono circa 840.000 km di strade, 8.006 km di autostrade e 27.259 km di strade statali (ANAS) con 2.179 gallerie, 21.072 ponti e viadotti, 6.320 cavalcavia e su tutti questi percorsi, tamponamenti e urti contro ostacoli o contro veicoli in sosta sono le tipologie di incidenti più frequenti (rispettivamente 33% e 21%). Ma un’incongruenza del sistema è che la mortalità più alta si verifica nelle gallerie illuminate: 14 decessi rispetto ai 4 in gallerie prive di illuminazione.

“Quanto è necessario dunque, sono maggiori informazioni sulle condizioni delle strade, più risorse per investimenti e una semplificazione normativa – ha precisato Sticchi Damiani – Quando si parla di qualità e sicurezza delle infrastrutture, è necessario un intervento deciso delle Autorità locali, nazionali e internazionali. Gli investimenti sulle strade, infatti, contribuiscono a ridurre gli incidenti alleggerendo i costi per lo Stato: solo quelli sulle strade provinciali costano, infatti, alla collettività 3 miliardi di euro ogni anno”.

La complessità del soccorso 

A lungo il convegno si è soffermato sulla macchina organizzativa del post-incidente, troppo complessa e sulla quale è necessario coordinare al meglio le attività di soccorso. Fondamentale è la ‘golden hour’, prima ora dopo un incidente, cruciale per la sopravvivenza di una persona o per limitare l’entità delle lesioni.

Sul tema l’ACI è impegnato con alcuni progetti pilota, come il numero unico europeo HeERO (Harmonised eCall European Pilot), cofinanziato dalla Commissione Europea, per realizzare un sistema automatico di chiamate di emergenza installato a bordo dei veicoli.

Con il sistema si riceve l’avviso immediato di un incidente e la sua esatta localizzazione, che può ridurre i tempi di risposta dei servizi di emergenza del 50% nelle aree rurali e del 40% in quelle urbane. Grazie a tale rapidità, l’eCall può salvare fino a 2.500 vite ogni anno nell’Unione Europea e ridurre la gravità dei feriti in migliaia di casi.

L’App per i soccorritori

In tema di interventi post incidente, Euro NCAP, il consorzio a cui ACI aderisce, in collaborazione con il CTIF, l’Associazione Internazionale dei Servizi Antincendio e di Soccorso, ha lanciato Euro Rescue.

Si tratta di un’applicazione mobile per i primi soccorritori che intervengono in caso di incidenti stradali sulle strade europee e che rende immediatamente disponibile ai soccorritori, in particolar modo ai Vigili del Fuoco, le schede di soccorso sviluppate dalle case automobilistiche per ogni modello di auto che identificano la posizione degli airbag, dei pretensionatori, delle batterie e dei cavi ad alta tensione, nonché i punti più sicuri per tagliare la carrozzeria.