Roma, abusa del figlioletto dall’età di sei anni: papà orco a processo

Il papà è ora a processo per violenza sessuale. L'orrore raccontato coi disegni

Palazzo di giustizia
L'ingresso di piazzale Clodio

Alla moglie riservava offese e botte, al figlioletto peggio ancora abusi sessuali. E’ con queste accuse che un papà romano è finito a processo a piazzale Clodio con l’accusa di violenza sessuale aggravata dall’età della vittima e dal vincolo di parentela.

Il papà è ora a processo per violenza sessuale. L’orrore raccontato coi disegni

Il bambino che chiameremo Matteo, ora 15enne, aveva tenuto nascosto il suo orribile segreto per anni, poi la confessione davanti a una operatrice di una casa famiglia del litorale a cui, dopo una serie di traversie, è stato affidato. “Ha cominciato ad abusare di me quando frequentavo la prima elementare“, ha pianto.

La testimonianza

Matteo mi ha prima parlato di molestie e solo in un secondo momento degli abusi veri e propri subiti. Era molto scosso si è aiutato con disegni e poche parole scritte nel retro per raccontare l’orrore vissuto”, ha spiegato in aula l’operatrice chiamata a testimoniare contro il papà orco ora imputato di fronte alla Corte della IV sezione penale, presieduta dal giudice Elisabetta Mazza.

Secondo la ricostruzione della procura l’uomo avrebbe prima compiuto atti di autoerotismo davanti al figlioletto per poi arrivare a costringerlo a subire abusi ancora più gravi.

La drammatica storia delle famiglia comincia ad emergere pian piano nel 2013 quando Matteo si ritrova assieme alla madre in un Centro di Accoglienza. Stanca delle botte e delle costrizioni sessuali subite la donna, con problematiche psicologiche, aveva lasciato la casa di famiglia in zona Monteverde e denunciato il marito alcolista e violento.

Qualche anno dopo Matteo inizia un percorso di affidamento, ma la famiglia affidataria ritira la disponibilità di accudirlo avendo ricevuto minacce dal papà del piccolo.

Nel 2018 allora Matteo viene trasferito in un’altra Casa Famiglia sul litorale, mentre al papà viene sospesa la patria potestà.

E’ qui che l’anno dopo parte la segnalazione degli abusi sul minore alla procura della Repubblica di Roma. Matteo si sente finalmente a casa e con una educatrice che lo segue passo passo trova finalmente il coraggio di liberarsi del suo peso. Un segreto che non aveva avuto mai il coraggio di raccontare nemmeno alla mamma, a sua volta maltrattata e all’occorrenza abusata.

La violenza in casa

Casi purtroppo non isolati. Qualche anno fa a Roma è stato condannato a 12 anni un informatico che abusava della figlioletta di pochi anni conservando le registrazioni delle violenze sessuali. Filmati che, poi, lo hanno inchiodato davanti ai giudici. Se ne serviva anche per farli circolare sui siti frequentati da pedofili.