Sindaci e rete tutela Roma sud contro la realizzazione dell'inceneritore di rifiuti. I cittadini: "Il territorio dei Castelli già provato dalla discarica di Roncigliano"
Albano: si è svolto oggi sabato 25 marzo ad Albano laziale, il corteo contro l’inceneritore di Roma voluto dalla Giunta Gualtieri. Il mega impianto dovrebbe sorgere nel territorio limitrofo alla cittadina, per risolvere il problema dell’emergenza rifiuti nella Capitale.
Associazioni e la rete tutela Roma sud con i comitati di quartiere, i circoli di Legambiente, e Terra Nostra e i sindaci dei Comuni coinvolti, si sono riuniti oggi in una manifestazione di protesta contro la realizzazione dell’inceneritore di rifiuti nel territorio dei Castelli Romani. Una decisione del sindaco Gualtieri che fin dall’inizio è stata accolta con un secco no dai cittadini, per tutelare un territorio già provato dall’esistenza della discarica di Roncigliano, dalla presenza di un nuovo mega impianto.
Il corteo di oggi aveva come scopo anche la diffusione di un risultato che a tal proposito è arrivato in questi giorni dalla Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo.
Si tratta di un parere favorevole circa i contenuti di una petizione lanciata come COPX, cioè la Rete per la Conferenza sui Rifiuti del Municipio X di Roma di cui fa parte LabUr, contro il progetto dell’inceneritore a Roma, sostenuto dalla giunta di Roberto Gualtieri.
“Come premessa – spiega Paula De Jesus, LaBur – c’è l’attuazione della legislazione UE per garantire la conformità a livello nazionale, del progetto dell’inceneritore di Roma, che rientra nell’ambito dell’indagine EU Pilot 2019 (9541), nell’ambito della quale l’Europa sta analizzando l’attuazione del sistema di gestione dei rifiuti nel Lazio”.
Per questo la Commissione sta procedendo ad una prima indagine sulla questione con la richiesta alle Autorità italiane, di maggiori informazioni in merito alla coerenza del progetto con gli obiettivi del piano di gestione dei rifiuti del Lazio, ma fino ad ora sembrerebbe, senza riscontrare una costruttiva collaborazione.
“L’inceneritore può pregiudicare la salute di tutti noi che viviamo nel raggio di dieci chilometri – commenta un cittadino – impattando sui Castelli Romani, Roma, Ardea e Pomezia con l’incubo dei veleni che vorrebbero farci respirare per trent’anni. Questa non è una soluzione e anzi riteniamo sia una tecnologia superata che contrasta con l’economia circolare”.
Contro l’inceneritore di Roma è stato anche presentato un ricorso al TAR del Lazio: “Il problema dell’emergenza rifiuti è un problema annoso sul quale non c’è mai stata la volontà politica di risolverlo – spiegano le associazioni -. Ora si pensa di farlo con un ennesimo impianto. Diciamo no non perché non vogliamo l’impianto qui, ma perché tutti i presenti sono per un altro modello di produzione e un altro modello di smaltimento di rifiuti e cioè utilizzare quello che c’è come se fosse una risorsa“- concludono.