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Roma, il Comune vieta l’ingresso ai cronisti nei campi rom. Poi ci ripensa

In poche ore il Comune fa retromarcia: non più necessaria l'autorizzazione per entrare nei campi rom

Campi rom vietati ai giornalisti e poi il ripensamento: campi rom aperti anche ai giornalisti. È durata poche ore, la circolare del Comando del Corpo indirizzata agli agenti della Polizia Locale che vietava l’accesso ad operatori dei media e degli organi di stampa nei campi rom della Capitale.

In poche ore il Comune fa retromarcia: non più necessaria l’autorizzazione per entrare nei campi rom

A poche ore dal divieto infatti è sopraggiunto un messaggio, per ora orale e non ancora formalizzato dal comando generale con una nuova disposizione scritta, in cui si invitano i caschi bianchi a considerare superata la circolare appena emessa.

Certe disposizioni – ha subito attaccato il segretario romano del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale), Marco Milanicreavano non poco imbarazzo agli agenti di presidio all’ingresso dei campi costretti a destreggiarsi da disposizioni superiori e diritto non solo di cronaca ma degli stessi residenti ad invitare persone presso il proprio domicilio” .

Purtroppo da oltre due anni a questa parte sui campi rom si naviga a vista, con l’abbandono dei periodici serrati controlli circa le effettive presenze all’interno ed il diverso impiego del gruppo S.P.E. (Sicurezza Pubblica Emergenziale) dai compiti previsti da delibere di giunta ed ordinamento“, ha aggiunto.

L’accesso ai campi nomadi vigilati dalla polizia Locale di Roma Capitale era stata stoppata il l’altra mattina, 22 marzo, con una circolare firmata 24 ore prima, e dove si prevedeva “per organi di stampa, aziende, enti o organismi privati e pubblici, non appartenenti all’amministrazione capitolina” l’ingresso solo dietro  “preventiva autorizzazione” del gabinetto del sindaco. A firmare la comunicazione il vice comandante generale della Polizia Locale, Stefano Napoli.

I campi indicati

L’oggetto della lettera riportava testualmente anche l’elenco dei campi rom divenuti ad accesso controllato: via dei Gordiani, via di Salone, via Candoni, Castel Romano, e via Cesare Lombroso.

Immediata la reazione politica. “Il fatto che la stampa, per entrare nei campi nomadi, debba essere autorizzata dal Campidoglio è davvero sconcertante – la reazione di Fabrizio Santori, capogruppo della Lega a Roma – Il sindaco Gualtieri cosa vuole nascondere? Per quale misterioso motivo per entrare in un posto pubblico bisogna avere l’autorizzazione del sindaco e in particolare un giornalista dovrebbe chiedere il suo permesso, ad esempio, per fare un’inchiesta sulle attività lavorative o sul grado di istruzione di chi vive in un campo nomadi?”.

Il sindaco – prosegue Santori – ha il dovere di dare una spiegazione chiara, non basta certo una scarna comunicazione, per censurare il diritto/dovere della stampa di informare i cittadini. Roma non è Mosca degli anni della Guerra Fredda, Gualtieri deve comprenderlo“, la conclusione di Sartori.

“Vigili-buttafuori”

Il Campidoglio prova a mettere il bavaglio ai giornalisti per nascondere la vergogna dei campi rom che nonostante siano stati dichiarati inagibili sono ancora aperti e in condizioni indecorose – ha aggiunto da parte sua  Federico Rocca, consigliere capitolino di FdI e presidente della commissione Trasparenza – E come se non bastasse agli agenti della polizia locale, già ridotti a fare una vigilanza ridicola e di facciata davanti ai campi ora gli attribuiscono anche il ruolo di buttafuori”.

Un caos subito risolto con un passo indietro che ora l’amministrazione comunale dovrà mettere nero su bianco.