Roma: la Capitale brucia ancora, in questo caso il rogo, avvenuto per cause ancora da accertare, si è verificato poco fa, nella tardo pomeriggio di oggi, martedì 21 marzo, quando verso le 18.30 ad andare in fiamme sono state tonnellate di rifiuti all’interno di una discarica a cielo aperto situata lungo via Collatina.
Nel dettaglio, una gigantesca colonna di fumo nero e densissimo si è sprigionata nell’aria, visibile anche a grande distanza, tra la Palmiro Togliatti e l’incrocio con la Collatina e molti sospetti fanno pensare che in questa circostanza quello che è successo nella discarica sia di origine dolosa.
A fuoco sono andate tonnellate di detriti e rifiuti di varia natura, tutti posizionati a ridosso dell’arteria stradale dove si trova la discarica.
Le lunghe operazioni di spegnimento si sono concluse solo mercoledì 23 marzo, il giorno dopo, poco prima delle 7 del mattino con quattro autopompe a serbatoio, il carro autoprotettori dei pompieri e mezzi di movimentazione terra rapidamente entrati in azione.
Per facilitare le operazioni di messa in sicurezza della discarica e delle zone limitrofe, la polizia locale di Roma Capitale ha momentaneamente chiuso al traffico il tratto di viale Palmiro Togliatti in prossimità del rogo, nella direzione che va verso via Prenestina.
Proprio oggi, martedì 21 marzo, vi avevamo raccontato di come, a Civitavecchia, un altro intervento dei pompieri sia risultato decisivo nello spegnere un grosso incendio che si era sviluppato all’interno del mercato all’aperto di viale XXIV Maggio.
In quel caso tutto era scaturito dalle fiamme che hanno distrutto un chiosco in legno, dedito alla vendita di generi alimentari e ne è nato un fuggi fuggi generale in una zona sempre molto gremita di cittadini e residenti a tutte le ore.
Il decisivo intervento dei vigili del fuoco accorsi sul posto, grazie alla miriade di chiamate ricevute in pochi minuti, ha permesso di eliminare sul nascere, seppur con grande fatica ed una delicata operazione di spegnimento, l’emergenza.
Giusto poco prima che le fiamme si propagassero anche agli altri fabbricati vicini, evitando quello che sarebbe stato un vero e proprio disastro ambientale.