Annullate le condanne: per gli americani si ritorna a un nuovo processo d'appello
Appello bis per i due americani coinvolti nell’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso con undici coltellate il 26 luglio del 2019 a Roma. Gabriel Natale Hjorth sarà riprocessato per concorso nell’omicidio mentre per l’amico Finnegan Lee Elder per le sole aggravanti e per l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
Lo hanno deciso i giudici della prima sezione penale della Cassazione che hanno annullato con rinvio a una nuova sezione della Corte d’Appello di Roma la sentenza che aveva condannato a 24 anni Elder e a 22 Hjorth.
Le pene per i due imputati potrebbero essere quindi alleggerite.
La procura generale puntava invece alla conferma delle condanne. Il carabiniere Cerciello “era disarmato e dopo essersi identificato è stato ucciso con 11 coltellate in 20 secondi“, ha ricordato il procuratore generale Francesca Loy durante la requisitoria.
“I ricorsi delle difese devono essere ritenuti inammissibili – aveva sottolineato – Le sentenze hanno ricostruito la vicenda nei minimi dettagli. Cerciello non aveva motivi per aggredire Elder, che ha tirato subito fuori il coltello sapendo che Cerciello era un carabiniere perché si era qualificato“.
“Forse c’è stata una sottovalutazione da parte dei due carabinieri che pensavano di compiere una normale azione di recupero di uno zaino sottratto da due ragazzini – ha ricostruito il pg – e invece “in 20 secondi Cerciello Rega è stato colpito da 11 fendenti che non c’era alcuna necessità di infliggere dato che ai due americani era stato solo chiesto di fermarsi”.
“E’ escluso che gli imputati potessero pensare che i due carabinieri in borghese fossero dei criminali. I due imputati avevano già visto i due carabinieri, Cerciello e il collega, a Trastevere“, ha detto il sostituto procuratore generale.
Sul fronte della posizione di Natale Hjorth il pg aveva aggiunto: “E lui che dà il contributo principale per la tentata estorsione, sa che Elder ha un coltello con sé ed è lui che dopo l’omicidio nasconde l’arma nel controsoffitto della loro stanza in albergo“. Le conclusioni dei giudici della Somma Corte sono state, però, altre.
In primo grado, dopo l’inchiesta della Procura di Roma, i due americani erano stati condannati all’ergastolo. (leggi qui)
Era la notte del 26 luglio 2019 quando il carabiniere, in servizio con il collega Andrea Varriale, venne ucciso a poche centinaia di metri dall’albergo dove alloggiavano i due giovani americani, Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth, arrestati qualche ora dopo il delitto.
Il vicebrigadiere, quella notte, insieme al collega era Prati per recuperare lo zainetto che i due americani avevano sottratto a Trastevere a Sergio Brugiatelli, ‘intermediario’ con i pusher a cui si erano rivolti Elder e Hjorth per acquistare cocaina ricevendo tachipirina.