La nonna raggirata è caduta nella trappola. Denunciata una truffatrice, il malloppo sparito
Una voce femminile al telefono l’aveva esortata a versare al più presto 4mila euro come garanzia per la sua borsa di studio: “Nonna, è necessario. Così potrò proseguire i miei studi”. Ma era una truffa. A ottobre il raggiro di una pensionata di Anguillara Sabazia e ora la novità: quella voce femminile al telefono era di una 41enne campana in trasferta a Roma per raggirare ultraottantenni.
La donna è stata appena denunciata in stato di libertà dai carabinieri della Sezione Operativa di Bracciano e della Stazione di Anguillara.
La vittima era stata contattata al telefono da una donna che, spacciandosi per la nipote, chiedeva di corrispondere all’ufficio postale una somma pari a 4.000 euro a titolo di garanzia per una borsa di studio che aveva vinto.
Subito dopo la vittima aveva ricevuto un’altra telefonata da un uomo che, fingendosi dipendente dell’ufficio postale, confermava quanto detto dalla presunta nipote e riferiva che un’addetta si sarebbe presentata presso l’abitazione della donna per ritirare la somma pattuita: “In mancanza di liquidità potrà prendere in consegna anche dei gioielli“.
Approfittando dell’evidente buona fede dell’anziana vittima, che ritenendo di aiutare la nipote in difficoltà era completamente asservita alle insistenti richieste dei truffatori, l’indagata si è presentata all’abitazione della donna, ritirando la somma di euro 4.000 tra contanti e gioielli.
Contanti e gioielli, poi, ovviamente fatti sparire e non ancora recuperati.
La truffa del finto nipote o della finta nipote non conosce stop a Roma. Martedì scorso, il 7 marzo, gli agenti del distretto San Giovanni hanno arrestato due campani di 19 e 32 anni in trasferta nella Capitale. Sono stati fermati dopo che avevano truffato al Prenestino una novantenne con l’espediente che avrebbe dovuto racimolare con urgenza soldi per togliere dai guai il nipote.
“Mi ha chiamato un ragazzo – ha raccontato poi l’anziana – che si è presentato per mio nipote. Chiedeva aiuto per il pagamento urgente di un plico giacente presso l’ufficio postale. Solo così avrebbe potuto escludere conseguenze penali”, ha raccontato, “Nel dubbio volevo essere certa che mio nipote non avesse problemi”.
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