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Omicidio Diabolik, resta il giallo sui mandanti. Chiesta l’archiviazione per i tre sospettati

La procura riteneva coinvolte tre uomini come mandanti: poi il passo indietro. Chiesta l'archiviazione

Ripiomba nel giallo l’omicidio di Diabolik, al secolo Fabrizio Piscitelli, ucciso a 53 anni da un killer con un colpo alla nuca al parco degli Acquedotti il 7 agosto del 2019. La pista seguita dalla procura dell’esecuzione legata a tre mandanti non ha portato a sviluppi e ancor meno a indizi o prove. Chiesta l’archiviazione dei tre presunti mandanti.

La procura riteneva coinvolte tre uomini come mandanti: poi il passo indietro. Chiesta l’archiviazione

Così per Alessandro Capriotti, Leandro Bennato e Giuseppe Molisso  i magistrati che indagano da tre anni e mezzo sul caso ha formalizzato la richiesta di archiviazione. Resta ferma solo la posizione dell’argentino Raul Esteban Calderon, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio.

I legami di Alessandro Capriotti, Leandro Bennato e Giuseppe Molisso nonché con l’esecutore materiale Raul Esteban Calderon venivano evidenziati nel corso delle indagini e compendiati in diverse note della polizia giudiziaria che permettevano l’individuazione di cointeressenze e relazioni tra costoro in merito all’omicidio Piscitelli“.

Tuttavia secondo la procura “l’intervenuta scadenza del termine massimo delle indagini non permette la ricerca di ulteriori elementi di prova utili per corroborare gli elementi acquisiti“.

Nella ricostruzione ipotetica iniziale dei magistrati, Alessandro Capriotti avrebbe fatto da esca attirando Piscitelli al parco degli Acquedotti il giorno dell’omicidio. Tesi sempre respinta dall’interessato.

L’autorità giudiziaria – riporta il decreto di archiviazione – il 23 luglio 2020 avanzava richiesta cautelare nei confronti di Alessandro Capriotti quale mandante dell’omicidio Piscitelli, in quanto ritenuto, sotto quest’ultimo profilo, colui con il quale Piscitelli aveva l’appuntamento il giorno del suo assassinio, fungendo dunque da esca. Ma la richiesta cautelare veniva rigettata con ordinanza del gip il 29 settembre 2020 per carenza della gravità indiziaria“.

Leandro Bennato, sempre secondo l’accusa iniziale che non ha trovato nessun conforto, avrebbe assoldato il sicario. A fare il nome di Bennato era stata l’ex compagna del presunto killer Raul Calderon: “Raul mi ha detto che aveva avuto 100.000 euro in contanti da Leo e siccome era poco, ma lui non aveva altri contanti, gli avrebbe dato 4 mila euro al mese“.

Il proiettile dell’Ufficio Scorte

Come sia possibile è tutto da ricostruire, ma dalle carte giudiziarie, intanto, è emerso che il proiettile che ha ucciso Diabolik faceva parte di un lotto assegnato alle forze dell’ordine, precisamente all’Ufficio Scorte del Viminale (leggi qui). Il proiettile un Gfl 9 per 19 mm parabellum. Gli atti riportano testualmente: “Munizionamento da guerra in uso alle forze di polizia, lotto 33/16 assegnato al reparto scorte del Viminale”.

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