Denise Pipitone
Il prelievo su una ventenne bosniaca: Denisa non è Denise
L’ultimo tentativo per ritrovare Denise Pipitone si sposta a Roma. Ieri sera in una trasmissione tv è stato riferito che i carabinieri avrebbero effettuato il Dna su una ventenne di origine bosniaca domiciliata in un campo rom di Roma. Potrebbe essere Denise? A poche ore la risposta: il test del Dna ha dato esisto negativo
“Siamo stati informati ieri sera per mezzo dei vari messaggi che ci sono pervenuti. Non eravamo a conoscenza di nulla. Rimaniamo in attesa di eventuali notizie concrete, sempre con i piedi a terra. Non possiamo permetterci illusioni dolorose“, avevano scritto sul loro profilo social Piera Maggio e Pietro Pulizzi, genitori di Denise Pipitone, nella tarda serata di ieri.
L’intervento dei genitori della bimba scomparsa è spuntato subito dopo che, ieri sera, durante la trasmissione televisiva “Quarto grado” è stata data la notizia del prelievo in un campo rom della Capitale.
La giovane rom di nome Denisa, in Italia dal 2018, ha raccontato in esclusiva all’inviata della trasmissione l’arrivo dei militari che le hanno mostrato la foto di Piero Pulizzi, papà naturale di Denise: “Mi hanno fatto vedere la foto di un uomo con sua figlia ma non li conosco. I carabinieri mi hanno detto che stanno cercando una bambina scomparsa“.
Secondo l’anagrafe, la ragazza sarebbe nata in Bosnia nel 2002, due anni dopo Denise Pipitone. La giovane ha poi raccontato di essere cresciuta insieme alla nonna in Bosnia e che sarebbe stata nel nostro Paese anche nel 2005, all’età di tre anni.
La risposta del Dna poi ha tolto qualsiasi speranza. Denisa non è Denise. La segnalazione ancora una volta non era quella giusta.
“Sono fughe di notizie che colpiscono al cuore una madre e un padre in attesa. E’ ingiusto che accadono”, ha detto l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio e Pietro Pulizzi. Ancora una volta i genitori di Denise Pipitone vengono spinti a sperare.
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