Omicidio Pasolini: chi c’era quella notte con Pino Pelosi all’Idroscalo?

Si chiede, dopo 48 anni dall'omicidio di Pasolini, di riesaminare i Dna

Foto di Pier Paolo Pasolini (Fonte. sito Parchi Letterari)

Una nuova istanza è stata depositata alla Procura di Roma per la riapertura delle indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini, avvenuta all’Idroscalo di Ostia il 2 novembre 1975 e per la quale è stato condannato solo Pino Pelosi, detto la Rana, allora minorenne e ucciso da un tumore nel 2017 all’età di 59 anni.

Si chiede, dopo 48 anni dall’omicidio di Pasolini, di riesaminare i Dna

L’istanza è stata depositata dall’avvocato Stefano Maccioni, a nome del regista David Grieco e dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti. Nell’atto viene richiesto ai pm di piazzale Clodio di approfondire la questione legata ai tre Dna individuati dai carabinieri del Ris nel 2010 sulla scena del crimine.

Quella notte all’Idroscalo di Ostia Pino Pelosi non era solo, ci sono almeno tre tracce, tre “fotografie” di persone e ciò giustifica il perché, dopo quasi 50 anni, è ancora possibile arrivare ad una verità giudiziaria. Una verità che si baserebbe su dati scientifici, sulla presenza di tre Dna”, ha l’avvocato Maccioni uscendo da Piazzale Clodio.

Dai tre Dna si parte, da qui si devono svolgere le indagini per arrivare a individuare a chi appartenevano. Adesso abbiamo anche il perché Pier Paolo Pasolini sia stato attratto lì”,  ha aggiunto il legale, precisando che “Pasolini non era a Ostia per consumare un rapporto sessuale occasionale con Pino Pelosi, con il quale lo scrittore aveva una relazione, ma per riottenere le pizze del film “Salò, le 120 giornate di Sodoma” che gli erano state sottratte e a cui teneva tantissimo”.

Per Maccioni nella prima indagine gli accertamenti sarebbero stati svolti in maniera parziale: “Erano stati esaminati circa 30 Dna ma oggi è tempo di fare verifiche più diffuse tenendo presenti anche le dichiarazioni di Maurizio Abbatino, esponente della Banda della Magliana, che alla Commissione Antimafia dà una giustificazione sul perché Pasolini si recò all’Idroscalo di Ostia, appunto i rulli del film”.

Pelosi era solo?

Il 17enne Pino Pelosi, un ragazzino di borgata cresciuto a Setteville di Guidonia, era stato fermato dai carabinieri la stessa notte dell’omicidio di Pier Paolo Pasolini. Era intorno all’una e trenta sul lungomare Duilio di Ostia e Pelosi era alla guida dell’Alfa di Pasolini, già allora ritenuto un grande regista, scrittore, poeta e intellettuale.

Pelosi guidava contromano a forte velocità. I carabinieri non sapevano ancora della morte di Pasolini e Pelosi fu inizialmente accusato solo di furto di un’auto che i documenti a bordo riconducevano a Pier Paolo.

Pino aveva ammesso il furto, disse di aver rubato l’auto nei dintorni del cinema Argo, quartiere Tiburtino. Ma quando accanto al corpo della vittima fu ritrovato un grosso anello di Pelosi, dono di Johnny lo Zingaro, al secolo Giuseppe Mastini, il quadro evidentemente cambiò.

Da allora si rincorrono i dubbi di chi abbia ucciso davvero Pasolini e con fosse Pino Pelosi.

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