Al culmine della carriera torna ad Ostia e apre il Freddy’s bistrot: ecco chi è lo chef internazionale Federico Teresi 

Dall'idea di Federico Teresi giovane chef internazionale ostiense doc: nasce a Ostia il Freddy's bistrot 

In un angolo di Via dei Promontori ad Ostia, brilla da qualche giorno un locale dal gusto industrial chic, sorto sulle “ceneri” di uno storico pub al numero civico 216. E’ il Freddy’s Bistrot, nato dall’idea di un giovane ostiense doc, tornato a casa dopo che un amore a prima vista per il mondo della ristorazione, lo aveva spinto a soli 18 anni ad andare all’estero e costruirsi il suo curriculum di conoscenze tra i fornelli.

Lui è Federico Teresi, divenuto in pochi anni uno chef di altissimo livello, forgiato all’alta cucina da una lunga esperienza con Alain Ducasse ed Heinz Beck. Il primo è un ben noto nome nella ristorazione mondiale, considerato uno dei più grandi chef di tutta la Francia, con un capitale che dentro e fuori i confini nazionali, vanta almeno 20 ristoranti. Il secondo, non ha anche lui bisogno di presentazioni, perché è lo chef a tre stelle Michelin del ristorante “La Pergola” di Roma.

Dall’idea di Federico Teresi giovane chef internazionale ostiense doc: nasce a Ostia il Freddy’s bistrot

Nasce a Ostia il Freddy’s Bistrot, ventata di freschezza giovanile nelle ristorazione del Litorale romano, pensata, vista e realizzata da Federico Teresi e sua moglie Alina, in Viale dei Promontori 216, tra le case e i negozi della popolosa via residenziale del Lido, a due passi dal Liceo Scientifico Enriques.

Questa bella e nuova avventura, è l’espressione di un desiderio che lo chef, ora all’apice dell’esperienza culinaria, covava da sempre nella visione della sua storia personale e crescita professionale, e che ora finalmente, è riuscito a realizzare per condividerla con i cittadini di Ostia.

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Appena terminato il Liceo Classico Anco Marzio di Ostia, si era messo a lavorare come cameriere in un ristorante, e proprio li tra piatti e profumi, gli era scattata la scintilla creativa che 14 anni fa, gli aveva fatto puntare il timone verso l’Europa. Un percorso fatto di umiltà, coraggio, testardaggine e un po’ di incoscienza, come ci racconta lui stesso:

“Quando sono tornato a casa e un bel giorno ho detto cosa volevo fare da grande, un po’ di shock c’è stato in famiglia – spiega Federico – nonostante mia sorella Lavinia e i miei genitori in primis mio padre Stefano, mi abbiano sempre sostenuto, e mia madre Monica Bernard, fosse allora professoressa ed oggi preside di un Istituto Alberghiero, il “Baffi” di Fiumicino. Dopo un po’ di titubanza, alla fine mia hanno lasciato la libertà di provare, ed oggi credo siano orgogliosi. La strada che volevo intraprendere era piuttosto complicata – prosegue – e allora mi sono detto, qual è il percorso migliore? E da lì ho iniziato”.

L’incontro con Alain Ducasse a Monte Carlo

Scrivendo con un francese zoppicante al team di Alain Ducasse, alla ricerca di lavoratori stagionali per “La Trattoria” di Monte Carlo, tenta il tutto per tutto, spiegando che non è interessato al guadagno ma solo ad imparare. Un discorso di poche righe, che deve aver fatto colpo, perché non solo lo hanno preso, ma con sua grande meraviglia anche regolarmente pagato.

Dopo nove mesi di lavoro massacrante, arriva il premio. Federico viene selezionato da Alain Ducasse tra 35 stagisti lavoratori, per proseguire a lavorare nel suo staff. E da quel momento, il suo percorso è stato tutto in ascesa, portandolo prima a Parigi al ristorante “Le Jules Verne” al secondo piano della Tour Eiffel, appena 20enne, poi al “Benoit” e al Restaurant “Le Meurice” (3 stelle Michelin).

Heinz Beck lo vuole a Dubai

A 24 anni poi, l’incontro con Heinz Beck chef della Pergola, segna un’altro passaggio fondamentale per la sua carriera: “Quello è stato un altro dei momenti più stimolanti della mia vita lavorativa – continua lo chef – e cioè quando grazie all’esperienza acquisita e la mia giovane età, mi è stato proposto di lavorare in un mega ristorante in imminente apertura a Dubai, un periodo molto felice durante il quale ho conosciuto la mia adorata moglie Alina, e che con Heinz Beck ha significato fare anche altre due aperture”.

E’ stato il Covid a far tornare Federico e sua moglie verso l’Italia: “In parte la pandemia – racconta – e in parte i tempi maturi per un altro cambiamento, mi hanno dirottato su incontri e situazioni ancora una volta di grandissimo interesse per il mio percorso formativo, e che mi hanno portato stavolta a Parma, al Grand Hotel de La Ville della famiglia Barilla e sempre con Heinz a Parma fino all’apertura del Ruliano by Heinz Beck“.

Da Bastianelli al Molo e l’avvenuta del Freddy’s

Quando nasce la sua bambina, è ancora una volta il momento di fare le valigie e pian piano avvicinarsi al mare delle sue origini. Federico e Alina salutano la bella Parma per iniziare un’altra bella avventura da “Bastianelli al Molo” nel 2022: “Fiumicino è un posto straordinario per la cucina – spiega -, in pochi anni ha fatto una crescita quasi irraggiungibile tra materie prime, cultura della cucina e il livello dei Maestri chef di formazione locale. L’ideale per me come per chiunque – prosegue – ma ancora una volta quel pizzico di incoscienza ha prevalso, ed ora eccoci qui, in società con mia moglie, che fortunatamente è anche una mia grande fan, per restituire ad Ostia quella promessa fatta quando sono partito“.

Oggi il Freddy’s si sveglia insieme al quartiere partendo dalla colazione per andare avanti tra pranzo, cena e American bar fino a tarda sera: “Il bancone è rimasto lì dove tutti si ricordano come nello storico pub, ma per il resto dell’arredamento ci siamo affidati ad un valido architetto, ma con delle idee precise per farlo tutto nostro. Partiamo da qui da dove tutto è iniziato, ma con la voglia di proseguire anche in altri angoli della Capitale. Nel pensare di tornare a casa per aprire una nostra attività – prosegue – confesso di aver creduto nel mio piccolo di poter dare un esempio positivo ai giovani, che oggi, motivatamente, sono un po’ demoralizzati e credono poco nel futuro. A loro dico: ‘osate sempre, con un po’ di incoscienza e umiltà'”.

La sua idea di ristorazione

“Nel Freddy’s è tutto in fase di test – svela – ma quello che vorrei veramente, è raccontare la mia esperienza in giro per il mondo attraverso la cucina, e come un viaggiatore del gran tour, invece di mettere i ricordi sulla carta, posizionare sul piatto i profumi della cucina francese, argentina, araba o giapponese, sperando che qualcuno si metta in ascolto” conclude lo chef.

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