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Regina Coeli, in cella con telefonini e droga

Oltre ai telefonini e droga casi di aggressione: un agente preso a testate

Tre telefonini, più di un etto di stupefacenti, per lo più hashish, e armi rudimentali come chiodi e pezzi di ferro. Un blitz all’alba ha guastato il soggiorno a Regina Coeli di diversi detenuti che tenevano nascosti cellulari e droghe. Intanto nello stesso carcere un detenuto condannato per omicidio a preso a testate un agente.

Oltre ai telefonini e droga casi di aggressione: un agente  preso a testate

A riferire dei ritrovamenti il sindacalista Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa  della polizia penitenziaria: “La scoperta dei tre telefonini e dello stupefacente è avvenuta in seguito a una perquisizione straordinaria seguita a un’accurata attività d’intelligence che ha visto l’impiego di appartenenti al corpo di polizia penitenziaria di Lazio, Abruzzo e Molise, con l’impiego delle unità cinofile”.

Ci complimentiamo per la brillante operazione – aggiunge De Fazio – ma servono interventi preventivi per impedire l’introduzione di oggetti non consentiti e traffici illeciti, che in carcere fruttano il triplo che nel mondo libero. Servono rinforzi agli organici, strumentazioni ed equipaggiamenti. E occorre potenziare le unità cinofile, argomento di cui si discute da anni, ma su cui si interviene solo marginalmente. Infine va riorganizzato il modello della detenzione”.

Sempre a Regina Coeli un detenuto, condannato a vent’anni per omicidio e incendio, ha colpito con una testata un poliziotto. Sul caso è intervenuto il Segretario generale del sindacato autonomo della polizia penitenziaria Donato Capece. “Il Sappe – ha spiegato – denuncia da tempo che le carceri sono diventate un colabrodo per le precise responsabilità di chi ha allargato a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna e in danno delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria”.

Un detenuto con problematiche psichiatriche e non nuovo a questi gesti violenti ha colpito con una testata un poliziotto al momento della conta – ha aggiunto il segretario nazionale, Maurizio SommaSi tratta di un soggetto complicato, che da quando è nel carcere di Trastevere ha compiuto innumerevoli atti autolesionistici e ha distrutto completamente alcune celle – ha addirittura smurato la porta di una stanza – anche in precedenti detenzioni in Italia. Ogni giorno nelle carceri laziali succede qualcosa di altrettanto grave”.

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