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“In scena racconto come ho sconfitto 27 anni di ludopatia”

Un monologo profondo e interessante, tratto dall'omonimo libro, vede protagonista l'attore e scrittore Massimo Izzo, e racconta di come è riuscito a vincere la battaglia contro la ludopatia

Ostia: Massimo Izzo, nello spettacolo teatrale “Ci scommetto – Diario di un ludopatico”, che avrà come protagonista lui stesso, racconta in prima persona di come è riuscito a sconfiggere il demone del gioco, una ludopatia compulsiva che gli ha rovinato la vita per 27 lunghi anni.

Un monologo profondo e interessante, tratto dall’omonimo libro, vede protagonista l’attore e scrittore Massimo Izzo, e racconta di come è riuscito a vincere la battaglia contro la ludopatia

L’appuntamento è per domenica prossima, 5 marzo alle ore 18, al teatro Dafne di via Mar Rosso 327, quando gli spettatori potranno vedere la trasposizione teatrale del suo omonimo libro – scritto due anni fa – riproposto sul palco sotto forma di un monologo di cui Izzo stesso è attore protagonista, inframmezzato da canzoni live realizzate da Pamela Fadda.

Per ora è in programma solo un’altra replica, in calendario sempre al Dafne alle ore 18, domenica 30 aprile.

Si tratta di un riuscitissimo progetto sociale, con, al termine della rappresentazione, un dibattito tra i vari attori e gli spettatori in sala, condotto da Aldo Marinelli e con la partecipazione attiva di due psicoterapeuti, Noemi Romana Bernardi e Marco Vetrano.

Vetrano è stato proprio la persona che, durante due anni di sedute, ha permesso all’autore del libro e attore protagonista, Massimo Izzo, di sconfiggere la sua ludopatia quasi trentennale.

Intervistato da canaledieci.it, Izzo esordisce dicendo che “Parlare dei propri limiti, nel mio caso la lunga dipendenza dal gioco di ogni tipo, non è un atto di debolezza, anzi, denota grande forza interiore, ed è per questo che prima ho scritto ‘Ci scommetto’ sotto forma di un vero e proprio diario personale, dove raccontavo aneddoti e storie di vita vissuta in prima persona nella lotta alla mia problematica, e poi adesso sono pronto a riproporre le stesse tematiche a teatro”.

Addentrandosi in un terreno estremamente delicato, Massimo Izzo ci spiega come tutto ha avuto inizio: Io sono stato un ludopatico dai 18 ai 45 anni, ora ne ho 48 e dapprima ho scritto il libro come forma di liberazione personale, poi però mi sono reso conto, quando già iniziavo a stare molto meglio, che era giusto passare questo messaggio di salvezza anche tramite il teatro, per aiutare altri ludopatici ad avere il coraggio di fare ‘outing’, di ammettere il proprio problema ed iniziare a metterci mano”.

Tutti i disegni sono tavole esclusive contenute nel libro di Massimo Izzo “Ci scommetto – diario di un ludopatico – dal quale è tratto lo spettacolo teatrale

“Io – rammenta – già a 19 anni portavo avanti la carriera di attore teatrale, con oltre 30 opere realizzate, e negli stessi anni, per quasi 30 anni, ho giocato davvero a tutto: poker, cavalli, calcio, addirittura sono stato in grado di puntare su partite di hockey senza sapere nulla di questo sport. La mia compagna e mia figlia, proprio mentre stavo iniziando il percorso di psicoterapia si sono momentaneamente allontanate da me, spaventate. A quel punto mi sono totalmente affidato a Marco Vetrano, psicologo di Ostia, e piano piano ne sono venuto fuori, riabbracciando anche le mie due donne di casa. Sia il mio libro, prodotto da una casa indipendente, che il monologo, raccontano di questo difficile percorso”.

Parlando di alcuni aneddoti della sua vita passata, Izzo spiega: “Un ludopatico come lo ero io fa cose di cui nessuno andrebbe fiero a posteriori, ma mentre lo è ancora, non se ne rende conto: io ho rubato in casa, giocato d’azzardo, chiesto soldi più e più volte ai miei amici senza poi restituirli e preferivo passare il mio tempo scommettendo, ad esempio con le slot machines, piuttosto che dedicarmi alle mie donne – la mia compagna, mia mamma e mia figlia – e alla famiglia, un periodo lunghissimo e buio della mia vita. E adesso, con l’avvento del ‘betting online’ in tempo reale e via internet, le tentazioni sono anche aumentate rispetto a 20 anni fa”.

“Poiprosegue l’Autore e attore principalesi è accesa la luce e ho capito che tutto parte da una percezione sbagliata: se dici di essere un drogato la società ti vede come un vero malato, mentre se dici di essere un ludopatico non vieni preso sul serio, vieni solo considerato come una persona che ‘butta i soldi’ senza capire che il gioco d’azzardo è grave quanto altre dipendenze come la droga o il sesso, non si può uscirne da soli”.

Ecco perchèspiega – come vedete nella copertina del mio libro (presente in foto in questo articolo) io ho raffigurato la ludopatia come una donna, sotto forma di una slot machines tentacolare che ti abbraccia in una stretta mortale e fa di tutto per non mollarti”.

“In particolareprosegue l’autore e attore principalela trama tiene conto di tutta la mia vita, sia nel libro che nello spettacolo, da giovane attore teatrale che cresce di pari passo con la sua malattia: i soldi che guadagnavo lavorando in un negozio di tessuti non bastavano mai e via via sottraevo e giocavo in ogni modo somme sempre più alte, in un vortice devastante, ma poi alla fine ne esco fuori, e questo deve essere il messaggio finale per tutti: se ne può uscire, ma il punto di partenza è ammette la malattia e farsi aiutare da degli specialisti, tutto parte da una forte presa di coscienza”.

A corredo del libro, all’interno, ci sono anche alcune tavole pregiate con disegni che potete vedere in questo pezzo, realizzate da Valerio Piccioni e Maurizio Di Vincenzo, due famosi disegnatori amici di Izzo, noti per aver realizzato volumi a fumetti per alcune tra le serie più celebri, come Dylan Dog e Zagor.

Adesso una nuova vita si è aperta per l’autore e attore protagonista: “Io – dice felicissimo Izzo – ora posso bere un caffè in riva al mare e sorrido, con la mente sgombra, prima, per troppo tempo il mio cervello era ossessionato dal giocare sempre e a tutte le ore, come la cocaina è il vero chiodo fisso del cocainomane, il ludopatico vive per giocare, anche se sa di perdere, e smarrisce ogni controllo. Ora, per fortuna, non è più così e sono rinato. Io poi sono originario di Roma, della Montagnola, ma vivo felicemente ad Ostia da 15 anni e non potevo non fare lo spettacolo in una struttura lidense”.

Tuttavia, Massimo ci mette in guardia, citando una statistica emblematica: “Purtroppo, anche se la legalizzazione delle scommesse in Italia è arrivata solo nel 2006, ricordiamo sempre che il Belpaese è la terza nazione in tutto il mondo per volume complessivo di ‘giocate’, quindi la ludopatia è un cancro ancora molto presente in tutte le fasce sociali, ricchi o poveri, giovani o vecchi, donne e uomini. Colpisce tutti, con esiti anche drammatici: interi conti in banca prosciugati e vite sfasciate, famiglie disgregate, dunque la guardia va tenuta ancora molto, molto alta”.

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