Si è spento uno dei più noti volti della tv degli ultimi decenni, autore di celebri trasmissioni, commedie teatrali e rubriche, cambiando il linguaggio televisivo
Ci lascia Maurizio Costanzo, istrionico e stimato professionista del mondo della tv, venuto a mancare quest’oggi, venerdì 24 febbraio a Roma. Resterà nella storia il suo stile inconfondibile che in oltre 50 anni di carriera ha contribuito a rivoluzionare il linguaggio televisivo.
Nato a Roma il 28 agosto 1938, avrebbe dunque dovuto compiere quest’anno 85 anni. Costanzo si è espresso a trecentosessanta gradi tra tv, giornali, rubriche celebri – tra cui una scritta per il Messaggero e varie commedie teatrali tra le quali “Il marito adottivo” e “Vuoti a rendere”, oltre ad essere stato un abile paroliere.
Tra le sue soddisfazioni anche quella di aver lavorato recentemente, per un breve periodo, al servizio della sua squadra del cuore, la As Roma, ricoprendo l’incarico di dirigente advisor alla comunicazione.
Ma il mattatore del Maurizio Costanzo Show è stato anche membro iscritto alla loggia massonica della P2, ripetendo più volte, al riguardo “É stato il mio unico errore”.
La P2, acronimo di Propaganda due, è stata una loggia massonica italiana, fondata nel 1877, che poi, principalmente da quando l’ex piccolo imprenditore Toscano Licio Gelli ne è stato alla Guida, ha deviato dai propri intenti associativi, diventando una vera e propria associazione per delinquere e venendo sciolta definitivamente nei primi anni 80.
Originariamente la P2 era una loggia della massoneria italiana appartenente al Grande Oriente d’Italia, quest’ultimo fondato nel 1805 e ancora attiva, che rappresenta la più antica e numerosa istituzione massonica italiana, con oltre 23mila iscritti e sede presso il Vascello, sul Gianicolo, a suo tempo teatro nel 1849 della difesa garibaldina della Repubblica Romana.
La P2 era stata fondata nella seconda metà del XIX secolo e poi sciolta durante il ventennio fascista e infine ricostituita alla fine della seconda guerra mondiale.
Nel periodo della sua conduzione da parte di Licio Gelli, la P2 è stata sospesa per le sue condotte illecite dal Grande Oriente italiano il 26 luglio 1976 e il colpo di grazia le è stato dato qualche anno dopo, quando la Commissione parlamentare di inchiesta sotto la presidenza dell’onorevole Tina Anselmi l’ha denunciata in quanto “organizzazione criminale ed eversiva”, con il suo scioglimento che è avvenuto proprio nel 1982.
Maurizio Costanzo superò anche questa burrasca, vivendo una carriera infinita. iniziata partendo dal mondo del giornalismo nel 1956.
Giovanissimo, si fece le ossa collaborando con la redazione del quotidiano Paese Sera e, l’anno successivo passò al Corriere Mercantile di Genova.
Per lui il primo “cambio di passo”, era avvenuto quando, a 22 anni inizia a collaborare con TV Sorrisi e Canzoni, intervistando, tra i tanti, anche un’icona come Totò.
Poco dopo nel 1960, diventa caporedattore della redazione romana del settimanale Grazia.
Tra i vari incarichi anche quello di direttore, dal 1979 al 1981, del quotidiano l’Occhio: pubblicato dalla Rizzoli, all’epoca editrice del Corriere della sera, si trattava di una pubblicazione innovativa per i tempi, presa dal modello dei tabloid inglesi. Poi, travolto dalla notizia della sua iscrizione tra i membri della loggia massonica, Costanzo ha dovuto per un periodo abbandonare tutti gli incarichi, riprendendo a lavorare da Videolina a Cagliari e da una televisione di San Benedetto del Tronto.
Contraddistinto dall’ uso del colore rosso per il logo, fotografie-choc, testi e grafiche di forte impatto emotivo.
Per lui il vero successo era iniziato nel 1976, come conduttore per la Rai del talk-show “Bontà loro” e la sua notorietà divenne totale e definitiva quando decise di legarsi alle Reti Mediaset di Silvio Berlusconi, realtà in fortissima ascesa.
Il programma che lo ha reso immortale è stato il riuscito format del “Maurizio Costanzo show”, in onda dal 1982 proprio sulle reti Mediaset.
Ma sarebbe riduttivo racchiuderlo in una sola esperienza professionale o in un solo programma: tra i suoi successi c’è anche Buona domenica.
Autore di molti libri, ha scritto, tra i titoli più famosi, “Chi mi credo di essere” (2004), “E che sarà mai?” (2006), “La strategia della tartaruga” (2009), “Sipario! 50 anni di teatro – Storia e testi” (2015), “Vi racconto l’Isis” (2016) e “Smemorabilia. Catalogo sentimentale degli oggetti perduti” (2022).
Costanzo dal 1995 era sposato con la nota conduttrice mediaset, icona della trasmissione “Amici” e “C’è Posta per te”, Maria De Filippi, con la quale nel 2002 decise di prendere in affido un bambino.
Nato da una famiglia originaria di Ortona, comune abruzzese in provincia di Chieti, dopo il diploma in ragioneria ha iniziato la carriera da giornalista già da giovanissimo.
Si è sposato una prima volta nel 1963, unendosi in matrimonio con la fotoreporter Lori Sammartino, poi una seconda volta con la giornalista Flaminia Morandi.
Da questo legame sono nati due figli, Saverio e Camilla, prima di separarsi a fine anni 70.
Nel 1978 intraprende una relazione amorosa con l’attrice e regista Simona Izzo, poi nel 1989 un nuovo matrimonio, questa volta con la collega conduttrice Marta Flavi nel 1995, anno in cui, dopo il divorzio ha sposato la De Filippo, sua compagna di vita fino ad oggi.
La camera ardente di Maurizio Costanzo sarà allestita questo fine settimana, sabato 25 e domenica 25 febbraio, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, con ingresso dal Portico del Vignola.
L’apertura al pubblico avverrà quindi sabato 25 febbraio dalle ore 10.30 alle 18 e domenica 26 febbraio dalle ore 10 alle 18 (è raccomandato l’utilizzo della mascherina FFP2 per motivi legati all’emergenza sanitaria da Covid).
Successivamente si svolgeranno i suoi funerali, fissati per lunedì 27 febbraio, alle ore 15, presso la Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo.
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