Pescatori di frodo pugliesi bloccati al Porto di Santa Marinella: stavano mettendo a segno un altro ingente sequestro di ricci di mare. Guardia Costiera: "Ecco chi sono e come agiscono"
Predoni del mare proseguono a saccheggiare i fondali delle acque a largo del litorale a nord di Roma, dove in circa due anni sono aumentati esponenzialmente gli episodi e le sanzioni per pescatori di frodo, colti in flagranza dai militari della Guardia Costiera. L’ultimo caso ieri notte al Porto di Santa Marinella.
Pescatori abusivi ancora una volta scoperti a largo del Litorale Romano con le reti colme di migliaia di ricci di mare vivi. A cambiare, rendendo il gioco più facile a chi commette questi reati puniti con la legge, sono le modalità della pesca, quasi sempre eseguita in coppia per raccogliere un maggior numero di esemplari in poco tempo, e indossando gli apparecchi ausiliari di respirazione, in violazione della normativa vigente.
Proprio una coppia di pescatori di frodo infatti, è stata l’ultima individuata ieri notte dalla Guardia Costiera al Porto di Santa Marinella. Due pugliesi non professionisti che avevano già sottratto dal fondale e infilato nelle reti oltre 13mila esemplari di echinodermi, pronti per essere venduti sottobanco nel weekend, ai fornitori della ristorazione, per lo più all’oscuro della pesante violazione di legge.
I due pescatori abusivi sono stati scoperti durante l’attività notturna mirata al contrasto alla pesca di frodo di echinodermi. Degli strani movimenti a pelo d’acqua hanno insospettito i militari della Guardia Costiera, nei pressi delle ostruzioni del porto turistico di Santa Marinella. Un luogo dove peraltro non avrebbero cercato ed insolito per la pesca degli echinodermi, in quanto interessato dal traffico di unità navali e dunque inquinata.
E così dopo un lungo appostamento e monitoraggio dei movimenti in acqua dei sub, durato alcune ore, la Guardia Costiera ha fermato i due pescatori non autorizzati che stavano rientrando a terra apparentemente a mani vuote, mentre invece avevano lasciato le sacche contenenti il prezioso prodotto ittico sul fondale, legate ad alcuni galleggianti, per poi tornate a recuperarle successivamente.
E’ stata la pattuglia via mare poco dopo, a smascherare invece il tentativo di eludere i controlli e recuperare e sequestrare i 13mila ricci di mare con tutta l’attrezzatura subacquea utilizzata dai pescatori di frodo.
Dopo l’identificazione, i due sono pugliesi sono stati sanzionati per oltre 16mila euro, e gli echinodermi sono stati restituiti al mare: “I pescatori abusivi oggi – spiega la nota – utilizzano ogni escamotage per depredare i fondali. Si immergono con muta e bombole di ossigeno e nascondono in mare il bottino per sfuggire ai controlli e saccheggiare queste preziose risorse, mettendo a rischio le biodiversità. Per questo è importante rigettare in mare immediatamente gli echinodermi ancora vivi, affinché vengano restituiti al proprio delicato ecosistema”.
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