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Castelporziano, a rischio la spiaggia dei romani: apertura chioschi non garantita

Castelporziano, il pasticcio dei chioschi. Labur: "Il Comune non può e non poteva rilasciare concessioni ne autorizzare il 45-bis".

Ostia: mancano pochi mesi all’inizio della stagione balneare, eppure i titolari dei chioschi di Castelporziano sequestrati i cui ricorsi sono stati tutti respinti dal Tribunale del Riesame, non hanno alcuna notizia su quale sarà il futuro della loro attività sulla spiaggia libera romana.

Sulla questione del sequestro, che non è dovuto a reati edilizi ma all’occupazione senza titolo di area demaniale marittima per l’esercizio di somministrazione di cibi e alimenti, è intervenuta nelle ultime ore Labur, tornando su un problema che sta alla base dell’ipotesi di reato dei titolari dei chioschi, in una fase in cui le indagini e gli accertamenti documentali sono ancora in corso, e sul quale la magistratura inquirente non ha ancora risposto. Qual è la perimetrazione del demanio marittimo a Castelporziano?

Castelporziano, il pasticcio dei chioschi. Labur: “Il Comune non può e non poteva rilasciare concessioni ne autorizzare il 45-bis”.

Il problema della competenza amministrativa sull’arenile di Castelporziano si riaffaccia all’alba della stagione primaverile ad Ostia, quando si organizzano le attività per quella balneare, che al momento vede un incerto destino per i gestori dei chioschi sequestrati a Castelporziano.

A seguito del sequestro sono partiti i ricorsi, tutti respinti dal Tribunale del Riesame, con una rigida posizione della magistratura che come commenta Labur: “Inciderà con estrema pesantezza sull’attività amministrativa del Comune di Roma mettendo a rischio la spiaggia libera dei romani, aperta dal 1965 per volontà di Saragat”.

E’ proprio il Laboratorio di Urbanistica a voler approfondire nuovamente la questione, rimettendo al centro il problema dirimente a cui è strettamente collegata l’ipotesi di reato che ha richiesto la misura cautelare del sequestro, e cioè la competenza amministrativa sull’arenile di Castelporziano: “Qual’è la perimetrazione del demanio marittimo a Castelporziano? Si estende dal mare fino all’inizio delle dune o termina a ridosso della via Litoranea? E’ importante a questo punto saperlo – sottolinea Labur – perché nel primo caso i chioschi sarebbero salvi, nel secondo, no“.

Mentre si questi punti non c’è chiarezza, l’unica cosa certa è che la competenza amministrativa sull’arenile di Castelporziano non è della Regione Lazio, che più volte ha ribadito che quel tratto di arenile non rientra nelle deleghe, ricevute dallo Stato nel 1999, inerenti le funzioni amministrative sul Litorale marittimo per finalità turistiche e ricreative.

Il che comporta anche l’automatica esclusione di Castelporziano dal Piano di Utilizzazione degli Arenili (PUA) del Litorale romano essendo uno strumento di ricognizione del bene demaniale per fini turistici: “Se dunque la Regione non ha competenza su Castelporziano, non ce l’ha neanche il Comune di Roma – prosegue Labur – e quindi anche il Municipio X, che hanno ereditato le competenze regionali il primo per sub-delega, il secondo per decentramento amministrativo”.

In sostanza il Comune di Roma ha competenza su Castelporziano solo in virtù della Convenzione datata 14 luglio 1965 con la Presidenza della Repubblica per l’apertura della spiaggia ai romani: “Tale Convenzione – spiega Labur – prevedeva che il Comune di Roma pagasse allo Stato la concessione relativa alla fascia di demanio marittimo, oggi ancora da individuare con esattezza. L’ultima concessione pagata è quella risalente al 1998-2001 (quasi 4 milioni di lire, per 44mila mq scoperti e 1.827 coperti, relativi a 9 fabbricati), poi più nulla fino ad oggi. In pratica il Comune di Roma, dopo aver ricevuto la suddetta sub-delega dalla Regione Lazio, ha erroneamente ritenuto che la spiaggia fosse di sua competenza e non più dello Stato. Neppure la Presidenza della Repubblica ha mai vigilato sul rispetto della Convenzione del 1965″.

Intanto la storia del mare di Roma, vedeva in quegli anni sorgere a Castelporziano, il “complesso balneare pubblico ad uso gratuito” con cinque chioschi per la somministrazione di alimenti e bevande, come da Convenzione, e che rimasero anche dopo lo scioglimento nel 1990 dell’Ente Comunale di Consumo che li gestiva.

L’autorizzazione amministrativa per la somministrazione, fu rilevata dai privati rimanendo le strutture dei chioschi in mano al Comune che, una volta ricevuta la sub-delega, firmò, dentro la Convenzione del 1965, una nuova Convenzione con i titolari dei chioschi per affidare loro nel 2002 (per 12 anni) i servizi di assistenza alla balneazione, guardiania e pulizia della spiaggia: “Le attuali strutture in muratura sono opera del Comune di Roma mentre i servizi sono dei privati che però dal 2014 non avrebbero alcun titolo per stare li, da una parte perché è scaduta la Convenzione del 2012, dall’altra perché la licenza di somministrazione non sarebbe esclusiva del posto ma delocalizzabile”

Poiché la Presidenza della Repubblica non è proprietaria dell’arenile di Castelporziano, ma lo ha solo in dotazione, e il demanio marittimo (di cui in parte si compone) è un bene dello Stato, la Convenzione del 1965 è sovraordinata dalle leggi che governano il demanio marittimo tra cui il Codice della Navigazione.

E’ un caos da cui per altro nasce il pasticcio dei chioschi – continua Labur – Il Comune di Roma, pur non pagando negli ultimi 20 anni, è dal 1965 il concessionario dell’arenile di Castelporziano. A tutti gli effetti, è come un qualsiasi stabilimento balneare (ma pubblico e gratuito) grazie alla Convenzione del 1965. Quindi, da quando non ha più esercitato in proprio tutta la gestione dell’arenile, inserendo dei privati, avrebbe dovuto ricorrere (ma non lo ha fatto) all’applicazione dell’articolo 45-bis del Codice della Navigazione”.

L’articolo prevede che l’affidamento ad altri delle attività oggetto della concessione può esser fatto solo previa autorizzazione dell’autorità competente, vale a dire, prima del 2001, della Capitaneria di porto di Roma e, dopo, del Ministero delle Infrastrutture: “Di certo, il Comune di Roma, non avendo alcuna sub-delega per esercitare funzioni amministrative sul Litorale di Castelporziano, non solo non può rilasciare concessioni ma neppure può autorizzare il 45-bis”.

Castelporziano, sulla vicenda dei chioschi aperto un tavolo tecnico

Al Comune in sostanza, spettava il solo compito di rispettare la Convenzione del 1965 non quello di produrre altre Convenzioni in libertà e senza alcun controllo statale. Negli ultimi 6 mesi sulla vicenda dei chioschi sequestrati, si è tenuto intanto un tavolo tecnico tra Comune, Capitaneria e ben quattro avvocati della Presidenza della Repubblica: “La strada è ancora lunga perché incrocia problematiche amministrative, patrimoniali, penali e civiliste, con i titolari dei chioschi disposti a non arrendersi. Chi ci rimetterà saranno i cittadini romani a cui Saragat donò la spiaggia non prevedendo questa deriva istituzionale” conclude Labur.

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