Cos'è, come funziona e quando arriverà in Italia?
Ora è ufficiale. La grande sfida sull’intelligenza artificiale tra i colossi della tecnologia mondiale si fa sempre più accesa. Google risponde alla ChatGPT di Microsoft con l’annuncio di una IA generativa dal nome “Google Bard“. Cos’è, come funziona e quando arriverà in Italia?
Sembrava fosse soltanto un’indiscrezione ed invece è una vera e propria realtà che a breve sarà messa a disposizione del grande pubblico. Attualmente Google Bard è in una fase di test. Gli sviluppatori la stanno facendo provare ad una equipe di cosiddetti “tester affidabili“. Nelle prossime settimane però potrebbe essere lanciata con una demo. Lo testimonia lo stesso CEO di Google, Sundar Pichai, che pochi giorni fa ha dichiarato: “Molto presto le persone saranno in grado di interagire direttamente con il nostro modello linguistico più recente e potente per completare le loro ricerche ma anche in modi sperimentali e innovativi”.
Al momento Google Bard è a tutti gli effetti un chatbot – come la concorrente ChatGPT – ovvero un servizio sperimentale di intelligenza artificiale conversazionale che risponde a domande e prende parte a conversazioni. Ma Bard sarà presto integrato nel motore di ricerca di Google dal quale prende tutte le sue informazioni. Quindi è plausibile che avrà molto a che fare con il Google Assistant.
A spiegare gli attuali limiti di Bard è lo stesso Pichai, che dice: “Bard può essere uno stimolo per la creatività e un trampolino di lancio per la curiosità, aiutando a spiegare a un bambino di 9 anni le nuove scoperte dal telescopio spaziale James Webb della NASA, o a saperne di più sui migliori attaccanti del calcio in questo momento“.
Al momento Google quindi non si sbilancia. E’ consapevole di quello che può fare attualmente, ma l’atteggiamento conservativo è da sempre una prerogativa dell’azienda statunitense: una strategia che nel tempo ha dimostrato la sua efficacia, garantendo grande affidabilità.
Inoltre, uno dei limiti più grandi attualmente è che Bard, a differenza dei suoi competitors, usa solo la lingua inglese. Un fattore decisivo al momento, ma che potrebbe essere ben presto superato. D’altronde sembra veramente improbabile che Google non abbia già messo i suoi a lavoro per colmare questo gap.
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