In un libro la storia dell’Idroscalo di Ostia, dagli albori alla fine

Silvio Monti per L’Ufficio Storico dell’Aeronautica racconta “L’idroporto del Lido di Ostia ‘Carlo Del Prete’”

Veduta aerea dell'Idroscalo di Ostia nel 1933

A volerlo fu Paolo Orlando, il visionario promotore di Roma Marittima. A distruggerlo furono prima gli inglesi che lo bombardarono poi i nazisti in ritirata.  E’ affascinante il racconto che rende Silvio Monti nel volume dedicato alle vicende dell’Idroscalo di Ostia, uno dei primi e più importanti aeroporti italiani, strettamente connesse con quelle della nascita e dello sviluppo della nostra aeronautica.

Silvio Monti per L’Ufficio Storico dell’Aeronautica racconta “L’idroporto del Lido di Ostia ‘Carlo Del Prete’”

L’occasione per la scoperta di aneddoti per molti versi inediti è venuta dalla presentazione del volume “L’idroporto del Lido di Ostia ‘Carlo Del Prete’” tenutasi nel pomeriggio di venerdì 3 febbraio presso l’aula consiliare del X Municipio, al Palazzo del Governatorato. Pubblicato da “Edizioni Rivista Aeronautica” con la collaborazione dell’Ufficio Storico, il volume scritto da Silvio Monti affronta le origini del volo commerciale in Italia e dello sviluppo del traffico passeggeri dalla foce del Tevere verso le maggiori destinazioni del Mediterraneo.

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Ostia vista dall’alto ovvero il litorale romano visto dal dirigibile, dall’aereo, dall’elicottero e dal satellite. In vendita su Amazon

La nascita

Una delle curiosità più interessanti è da chi è dipesa l’individuazione dell’Idroscalo di Roma sulla sponda ostiense della foce del Tevere. Si tratta di Paolo Orlando, l’iniziatore di Roma Marittima, il visionario che suggerì alla Capitale l’organizzazione di un affaccio moderno, efficiente ed elegante sul Mediterraneo ovvero la nascita di Ostia Moderna. L’autore segnala che “l’interesse a costruire un idroscalo alla foce del Tevere nasce già verso la fine della Prima Guerra Mondiale, negli anni 1917/18, quando il senatore Paolo Orlando conduce a Ostia prima i dirigenti della Società Trasporti Aerei Internazionali e poi l’ingegner Carlo Pomilio (produzione di velivoli militari), per la produzione di aeromobili e per la realizzazione di un grande aeroporto/idroscalo”. Il progetto si realizzò solo tra il 1919 e il 1920 con un primo impianto smantellato due anni dopo a causa di una mareggiata e arretrato in una seconda struttura più vasta e efficiente, durata fino al 1943.

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I moli dell’Idroscalo con, sullo sfondo, il primo faro di Fiumicino poi demolito per fare spazio a quello ancora oggi presente

Lo sviluppo

Naturalmente nel volume l’autore si sofferma sull’importanza non solo dell’evoluzione dei velivoli, passati dagli 8 passeggeri e 750 km di autonomia dei Dornier Wal ai 16 passeggeri con 2000 km di autonomia e velocità di 370 km del Cant Z 506 C con nel mezzo i Savoia Marchetti SM87 da 24 passeggeri, ma anche delle rotte. Riguardo alle linee di collegamento, Roma, e quindi l’Idroscalo, diventano baricentro nazionale e internazionale del volo commerciale fino a raggiungere una ventina di rotte, un traffico di 37mila passeggeri, un trasporto di quasi 400 tonnellate merci e di oltre 451 tonnellate di posta.

Il massimo della notorietà e del fascino non solo verso i romani ma anche internazionale, l’Idroscalo di Ostia lo raggiunse con l’arrivo di Italo Balbo e della sua pattuglia aerea al rientro dal Decennale della Trasvolata atlantica il 12 agosto 1933. Ad accoglierli, oltre al re Vittorio Emanuele III e il Capo del Governo Benito Mussolini, anche una folla di oltre 100mila persone venute da Roma, principalmente sul trenino Roma-Lido. Radiocronista d’eccezione Tommaso Marinetti, leader del movimento futurista.

La fine

La fine dell’Idroscalo non fu determinata, come si è portati a pensare, soltanto dall’evoluzione dell’aviazione che abbandonava con i propri velivoli le superfici acquatiche per planare sulla terraferma, bensì dalla guerra. Un’altra curiosità inedita, infatti, è che nella notte tra il 16 e il 17 maggio 1943 uno stormo di bombardieri inglesi decollati dall’Algeria lancia sull’idroscalo 63 bombe dirompenti e spezzoni incendiari, mitragliando successivamente a bassa quota la struttura e danneggiandola irreparabilmente. Non si aveva notizia di bombardamenti avvenuti a Ostia, salvo l’ordigno lanciato in via Angelo Celli che mancò di poco il comando SS antistante la caserma dei vigili del fuoco.

Tornando all’idroscalo, i tedeschi completarono l’opera iniziata dagli inglesi quando a dicembre sempre del 1943 durante la ritirata oltre che radere al suolo lo stabilimento Roma e la stazione Lido, abbattere la torretta del collegio IV Novembre, spezzare in due il Pontile, distrussero completamente gli impianti ancora utilizzabili alla foce del Tevere.

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Un momento della presentazione del volume nell’aula consiliare del X Municipio

L’autore

Silvio Monti è Generale di Brigata di riserva dell’Aeronautica. Oltre alla passione per tutto ciò che attiene al volo ed alla sua storia, essendo ostiense doc, dichiara un amore smisurato per il Lido dove abita praticamente dalla nascita. Questa è la sua prima pubblicazione e una parte delle immagini con un breve sunto storico dell’Idroscalo, realizzati in collaborazione con Paolo Nurcis, è visibile presso il Porto di Roma. Il video qui sotto, realizzato da Alberto Tabbì, si riferisce all’apertura della mostra ancora in corso al Porto.

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