I carabinieri hanno colto sul fatto il dipendente di un bar della capitale a cedere una dose di droga ad un cliente
Roma: un dipendente di un bar in zona Gianicolo aveva pensato bene di arrotondare il proprio stipendio spacciando droga all’interno del locale dove lavorava, ma è stato colto sul fatto dai carabineri durante un pattugliamento del territorio, con conseguente provvedimento di chiusura dell’esercizio commerciale per 10 giorni.
Il blitz delle forze dell’ordine lo ha “pizzicato” mentre cedeva una dose di cocaina ad un cliente e da lì si è proceduto agli accertamenti successivi.
Oltretutto, per evitare “spiacevoli inconvenienti”, l’uomo, la cui identità non è stata rivelata, aveva sempre con sè al bar, per ogni evenienza, uno zainetto dove conservava una pistola provvista di munizioni calibro 40, oltre ad altri tre involucri contenenti cocaina
Dalla successiva perquisizione domiciliare, i militari hanno poi trovato, approfondendo le indagini a casa del dipendente-pusher, anche altra droga e altre armi.
Tra queste l’arrestato aveva un’arma ad impulsi elettrici e un tirapugni, oltre a un bilancino di precisione per pesare lo stupefacente.
Anche un altro locale, in zona Castro Pretorio, è stato chiuso dai Carabinieri della Compagnia Roma Centro: in questo caso si tratta di un ristorante sottoposto a sequestro penale per gravi carenze igieniche, tracciabilità dei prodotti inesistente e dipendenti con gravi inadempienze contrattuali.
Per tutto questo, inoltre, il gestore del ristorante in questione è stato multato per 15mila euro.
Infine, proseguendo con i controlli, anche il titolare di un ristorante cinese e quello di una pizzeria sono stati segnalati alla Asl sempre per carenze igieniche e mancata attuazione delle normative di autocontrollo. In questi due interventi sono stati sequestrati 80 chili di alimenti per assenza di tracciabilità.
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