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“Tombaroli, specie in via d’estinzione”: parola di Vittorio Sgarbi (VIDEO)

Rientrati in Italia 60 reperti archeologici di altissimo valore. Ci sono oggetti provenienti da Cerveteri e Ostia. Per Sgarbi: “Puntare sulle intercettazioni”

Per Vittorio Sgarbi, Sottosegretario alla Cultura, i tombaroli sono una categoria in estinzione. Per questo va cambiato il metodo d’indagine per bloccare il traffico di reperti archeologici, specie in quelle località ad alto valore storico come Cerveteri e Ostia. Insomma, se sparisce qualcosa è perché viene portata via dai luoghi dove è depositata.

Rientrati in Italia 60 reperti archeologici di altissimo valore. Ci sono oggetti provenienti da Cerveteri e Ostia. Per Sgarbi: “Puntare sulle intercettazioni”

L’esternazione di Vittorio Sgarbi, famoso critico d’arte attualmente Sottosegretario al Ministero della Cultura, è stata fatta ieri, lunedì 23 gennaio, nel corso della cerimonia di restituzione all’Italia di 60 reperti trafugati e venduti in Usa. «Non credo ci siano più tanti di questi tombaroli, cinghiali o talpe che di notte vanno a fare i buchi nella terra per cercare i reperti archeologici – ha sottolineato Sgarbi – Questo perché non ci sono più neppure i referenti internazionali che sono stati per lo più indagati: per cui se dobbiamo proteggerci è bene fare le indagini e le intercettazioni ed avere in ogni luogo archeologico persone che fanno indagini attraverso gli informatori. I tombaroli secondo me sono pochi, credo che si stiano estinguendo».

Alcuni dei reperti recuperati dagli Usa

E’ evidente come il rischio indicato dal Sottosegretario sia quello di sottrazioni di beni culturali non più recuperati direttamente da terreni non indagati, come per esempio nel caso di Cerveteri, Fiumicino e Ostia, bensì dagli smisurati e poco valorizzati magazzini delle Soprintendenze. E la strategia suggerita è quella di puntare alle intercettazioni e alla collaborazione di confidenti per tenere sotto controllo il mercato clandestino. «È evidente che non si può immaginare di escludere le intercettazioni che riguardano il campo delle opere d’arte trafugate. Voglio augurarmi che il ministro Nordio abbia una visione più ampia, che inglobi anche questo campo oltre a quello del terrorismo e della mafia» insiste Sgarbi.

I reperti recuperati: 20 milioni di valore

Quelli riportati in Italia sono reperti archeologici di eccezionale qualità, trafugati e venduti negli Usa ma in alcuni casi sconosciuti nel nostro paese persino al mondo accademico. Una «collezione» di opere dal valore stimato di circa 20 milioni di euro, il cui «rimpatrio» è frutto della collaborazione investigativa delle magistrature italiane e statunitensi che hanno seguito le tracce di questi reperti, frutto di scavi clandestini o veri e propri furti, immessi nel mercato antiquario internazionale da ricettatori e mercanti d’arte.

Come l’affresco pompeiano proveniente da scavi clandestini in area vesuviana: un ‘Ercole fanciullo con serpente‘, risalente al I secolo d.C., commercializzato da un trafficante internazionale e poi acquistato da un collezionista statunitense. O il particolarissimo busto maschile di bronzo, risalente tra la fine del I secolo a.C. e il I secolo d.C., al quale restano ancora tracce materiche usate per la resa degli occhi, finito negli Stati Uniti tramite un commerciante svizzero che lo vendette a un collezionista della contea di New York. Stesso percorso seguito dalla coppa kylix a fondo bianco risalente al V secolo a.C., verosimilmente proveniente da Cerveteri, contrabbandata in Svizzera attraverso un ricettatore internazionale e poi acquistata da una nota istituzione museale newyorkese nel 1979.

Il lavoro di squadra è stato compiuto dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) e dal New York County District Attorney’s Office (DAO). Il procuratore aggiunto presso il Tribunale di Roma, Angelantonio Racanelli, ha anche proposto di istituire un pool di magistrati che si occupi solo di queste ricerche.