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La storia di Primo Carpentieri, l’eroe che si oppose ai nazisti (VIDEO)

La storia di un uomo semplice, originario di un paese alle porte della Capitale, che ha combattuto la Seconda Grande Guerra e si è opposto alle barbarie del nazismo

Primo Carpentieri è stato un uomo comune, che ha lavorato e vissuto in un piccolo paese della provincia di Roma. Un uomo molto coraggioso, un combattente che fece la guerra ai nazisti durante il Secondo conflitto mondiale, con fierezza, ed è resistito a due anni vissuti da deportato all’interno di un campo di concentramento in Germania, ad Amburgo.

La storia di un uomo semplice, originario di un paese alle porte della Capitale, che ha combattuto la Seconda Grande Guerra e si è opposto alle barbarie del nazismo

Il suo ricordo, da vero eroe che si rifiutò di collaborare con il regime nazista, rivive oggi in questa intervista rilasciata dal nipote Piero Carpentieri, che attualmente è un appuntato della Guardia di Finanza romana.

Piero  Carpentieri, così come suo padre Bruno, figlio di Primo e anche lui finanziere, è orgoglioso di raccontare le gesta del nonno Primo, che ha ricevuto l’apprezzamento di ben due Presidenti della Repubblica.

I Carpentieri sono originari di Bellegra, comune alle porte di Roma, dove sono notissimi e dove Primo è una vera celebrità, nonostante sia morto ormai tantissimi anni fa, nel 2000.

Questo perchè, per due anni, tra il 1943 e il 1945, fu rinchiuso in un campo di prigionia ad Amburgo per essersi rifiutato di collaborare con l’esercito tedesco e la Repubblica di Salò.

In particolare, le parole del nipote, Piero, sono cariche di gioia ed entusiasmo, per un parente che non si è piegato neanche davanti alla barbarie del più terribile tra i conflitti armati che la storia ricordi: Nonno Primo era impegnato a combattere nei Balcani, nell’attuale territorio della Slovenia, nei reparti dell’artiglieria da campagna. Non ci ha pensato un attimo a difendere il Paese, smettendo i panni del contadino e del carrettiere, due occupazioni umili ma che lui ha svolto con profitto e passione per tutta la vita. Poi l’8 settembre del 1943 è stato catturato durante alcuni rastrellamenti e deportato in un lager nazista di Amburgo, da cui poi è stato liberato solo due anni dopo, nel 1945 alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Anche un suo fratello minore, Secondo, venne catturato in un campo di battaglia in Crimea, nell’attuale Ucraina, dove era mitragliere, ed internato in un lager tedesco per poi venire liberato e spirare nel 2001 (vedi documento ufficiale della cattura di Secondo Carpentieri)”.

Il documento che attesta la cattura di Secondo Carpentieri, fratello di Primo e la sua liberazione. Anche lui è stato deportato in un campo di concentramento tedesco

“Nonno racconta Piero era una persona volenterosa, battagliera e di poche parole, ed è morto nel 2000, serenamente, di vecchiaia, appena un mese prima di compiere 87 anni, li avrebbe compiuti a maggio di quell’anno. Purtroppo non ha potuto godersi nè la targa nè i pubblici encomi, anche perchè nessuno di noi aveva reso pubblica la sua storia a quei tempi. Ma la sua impresa, sua come quella di tante persone che come lui hanno lottato strenuamente, resta, e resterà per sempre anche nel nostro cuore e di tutta Bellegra“.

Di seguito riportiamo il testo di una delle lettere d’encomio in memoria di Primo Carpentieri, datata 18 marzo del 2022 ed indirizzata al figlio Bruno, firmata dall’allora ministro della Difesa Lorenzo Guerini:

La lettera indirizzata a Bruno Carpentieri, figlio di Primo, per commemorare le sue gesta, il 18 marzo del 2022

A conferma del grande eco che ha avuto questa storia, come detto, anche l’allora presidente Napolitano fece recapitare ai parenti un’altro scritto d’encomio, che riportiamo nella foto poco sotto.

 

E questa prestigiosa missiva non è stato l’unico riconoscimento che ha reso onore alla memoria di Primo Carpentieri, che, postumo, nel 2010 è stato insignito anche della Medaglia d’Onore della Presidenza della Repubblica e il 25 aprile 2011 c’è stata anche l‘inaugurazione di una targa commemorativa apposta all’esterno della casa dove Primo è nato e morto ed è tornato a vivere per il resto della sua vita, una volta liberato dal campo di concentramento.

Come potete vedere dal video girato proprio da suo nipote Piero, all’interno della sua abitazione è stato allestito un vero e proprio mini-museo con foto, bandiere e cimeli per ricordare l’impresa compiuta del nonno e il suo forte senso di appartenenza alla patria.

Le figlie di Primo Carpentieri assieme al nipote Piero e a Bruno, entrambi finanzieri a destra (Piero) e a sinistra (Bruno) nella foto, davanti alla targa inaugurata in onore di Primo Carpentieri nella sua casa di Bellegra. In mezzo a loro, l’allora sindaco di Bellegra Mario Sisto Ferrante

Sulla targa, creata all’epoca in cui sindaco di Bellegra era Mario Sisto Ferrante, è riportato testualmente quanto segue, nell’abitazione situata nella strada provinciale che costeggia il paese: “Comune di Bellegra – A ricordo del milite nato in questa casa 18 gennaio 1913: Primo Carpentieri Medaglia d’onore conferita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana per il Dovere Sacro nella difesa della Patria e il prezioso contributo durante le cinque campagne di guerra dal 1941 al 1945 deportato e internato nei lager nazisti dal 1943 al 1945”.

Dopo Napolitano, anche Sergio Mattarella, attuale Presidente della Repubblica, ha reso omaggio alle gesta di Primo Carpentieri con un altro encomio, rendendo merito al suo animo indomito, che riportiamo in chiusura di articolo, firmata da Simone Guerrini, Consigliere e Direttore dell’Ufficio di Segreteria del Presidente, il 12 febbraio 2020.

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