Cancellare le multe costerebbe alla Capitale 280 milioni di euro
Il Comune di Roma non applicherà lo stralcio delle cartelle esattoriali comprese tra il 2000 e il 2015 avvalendosi della facoltà prevista dalla Legge di Bilancio 2023. Per il Campidoglio si tratterebbe di rinunciare a circa 280 milioni di euro di entrate ancora non pagate, antecedenti al 2015. Le motivazioni del Sindaco.
La legge di Bilancio prevede la cancellazione delle cartelle esattoriali fino a mille euro comprese tra il 2000 e il 2015. Se per tutte le imposte generali lo stralcio è automatico per i debiti amministrativi (multe o Tari e Imu) la legge prevede che spetta ai comuni decidere se aderire o meno. La scelta dovrà essere comunicata al ministero dell’Economia entro il 31 gennaio 2023.
Il Comune di Roma ha scelto però di non aderire alla rottamazione. Il sindaco, Roberto Gualtieri, non ha intenzione di rinunciare agli introiti provenienti dalle sanzioni stradali. Cancellare le multe costerebbe alla Capitale 280 milioni di euro di entrate ancora non pagate, antecedenti al 2015. Lo stralcio imporrebbe la copertura finanziaria con risorse nuove che non potrebbero più essere riscosse.
«La nostra è una scelta di responsabilità – ha spiegato il sindaco Roberto Gualtieri – che siamo convinti di assumere e di sottoporre al voto dell’Assemblea Capitolina. Si tratterebbe in sostanza di ridurre servizi alle persone per 60 milioni l’anno per 5 anni, servizi come l’assistenza ai disabili, il trasporto pubblico, gli asili nido.»
«A Roma in questo anno passato abbiamo riorganizzato le spese, gli uffici, intercettato fondi per investimenti senza precedenti su gestione rifiuti, mobilità sostenibile, welfare. Abbiamo inoltre lavorato sulla capacità di spesa e sul rafforzamento del fronte delle entrate, proprio per combattere tanto le conseguenze di un difficile scenario nazionale e internazionale quanto il fatto che le risorse destinate a Roma non sono mai proporzionate con il ruolo e la dimensione di una Capitale. In questo contesto non possiamo in alcun modo perdere risorse che, a dispetto di quanto a volte affermato, sono risorse vere e che servono alla nostra città, né possiamo dimenticare il rispetto nei confronti di chi le tasse e le multe le ha sempre pagate.»
«La Legge di Bilancio del Governo consente quindi a tutti i comuni italiani di poter scegliere, fornendo uno strumento utile soprattutto per le grandi città e, in particolare Roma, che ha spese enormi in termini di dimensioni di servizi e di infrastrutture messi a disposizione di residenti e non residenti. E noi questo strumento intendiamo usarlo.»
«Scegliamo di non applicare lo stralcio perché è la cosa giusta da fare – ha aggiunto il Vicesindaco Silvia Scozzese – perché non possiamo rinunciare a risorse fondamentali in una capitale che riceve già molto meno di quanto necessario. Una scelta che rivendichiamo anche alla luce di quanto già messo in cantiere o realizzato nei mesi scorsi. Roma Capitale sta infatti già facendo sforzi importanti in termini di investimenti e di efficientamento della spesa.»
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