Apertura

Cinghiali a Villa Pamphilj, chiusi alcuni ingressi

Sul posto la Asl e la Polizia locale che hanno eseguito un sopralluogo per stabilire come procedere. Gli ultimi aggiornamenti sugli ingressi chiusi

Roma: questa mattina, domenica 15 gennaio, alcuni ingressi di Villa Pamphilj sono stati chiusi a causa della presenza di cinghiali. I romani che hanno deciso di fare una passeggiata al parco si sono trovati i cancelli sbarrati e cartelli della Polizia Locale con scritto: “Entrata chiusa causa cinghiali”. A darne notizia l’Associazione per Villa Pamphilj.

Pericolo a Villa Pamphilj, chiusi alcuni ingressi per la presenza di cinghiali. Tomassetti: “Stiamo lavorando per portare gli animali altrove”

I cinghiali arrivano anche a Villa Pamphilj. “Entrata chiusa a causa dei cinghiali” è il messaggio che si sono trovati davanti molti romani che questa mattina, domenica 15 gennaio, avevano deciso di fare una passeggiata in Villa.

Alcuni ingressi infatti, non tutti, sono stati chiusi dalla Polizia Locale di Roma Capitale per la presenza nel parco di alcuni cinghiali.

A darne notizia l’Associazione per Villa Pamphilj che spiega che gli accessi vengono chiusi a seconda dello spostamento degli animali.

Non è specificata la durata della chiusura degli ingressi coinvolti. Il cartello avvisa però che le entrate di Aurelia Antica e Leone XIII sono rimaste regolarmente aperte. Sul posto sono intervenuti il personale della Asl e la Polizia Locale per cercare di isolare gli esemplari e portarli altrove.

Sul posto anche il Presidente del XII Municipio Elio Tomassetti che ha fatto sapere:

“Questa mattina, per motivi di sicurezza legati alla presenza di cinghiali all’interno del Parco, alcune entrate di Villa Pamphilj sono state chiuse in particolare, gli accessi da Donna Olimpia e Monteverde Vecchio – ha spiegato – subito sono intervenuti il personale della ASL, la Polizia Locale e la Polizia della Città Metropolitana per cercare di isolare gli esemplari e portarli altrove. Gli interventi sono ancora in corso e aggiorneremo costantemente la cittadinanza sull’evolversi della vicenda.”

L’Associazione per Villa Pamphilj sulla sua pagina Facebook sta seguendo la situazione per aggiornare gli utenti sulle chiusure.

«E’ evidente che questa apertura/chiusura improvvisa ha creato non qualche problema ai frequentatori della villa, i quali si sono visti letteralmente chiudere i cancelli davanti ai loro occhi – commenta l’Associazione per Villa Pamphiljnon si comprende il senso della chiusura di alcuni e dell’apertura di altri: attualmente dentro villa Pamphilj ci sono molte persone che circolano tranquillamente.»

Nel pomeriggio di domenica 15 gennaio arriva infine un comunicato ufficiale da parte dell’Oipa – Organizzazione Internazionale Protezione Animali che comunica la riapertura dei varchi: “I cancelli di Villa Doria Pamphilj sono stati riaperti nella tarda mattinata e, in attesa delle decisioni che le istituzioni prenderanno, anche per i cinghiali arrivati nel più grande parco pubblico di Roma si profila una tragica fine ma, come andiamo ripetendo, più se ne abbattono più si moltiplicano”

“Negli ultimi anni – Prosegue l’Oipa – si è ragionato solo su come sguinzagliare i cosiddetti “selettori” fuori e dentro i parchi anche protetti e, da ultimo, persino nelle zone urbane. Gli abbattimenti non sono la soluzione al problema della proliferazione dei cinghiali, ma la causa”, dichiara il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. “Non lo diciamo solo noi: lo attestano etologi, zoologi, naturalisti. Il problema della presenza dei cinghiali in città è dovuta a una scorretta raccolta dei rifiuti: dov’è attuata la raccolta porta a porta i cinghiali non si presentano negli abitati. Inoltre, ancor più a monte, vi è la politica dei “ripopolamenti” degli anni passati: i cinghiali che popolano oggi l’Italia, più grandi e prolifici degli autoctoni, sono stati introdotti dai paesi dell’Est Europa a uso e consumo dei cacciatori, cui ora si ricorre per risolvere un problema che loro stessi hanno determinato”.

“Per arginare il fenomenoconclude Oipa – la politica dovrebbe adottare azioni di prevenzione come la pulizia del territorio, la corretta raccolta dei rifiuti, l’uso di dissuasori, fino alla sterilizzazione farmacologica, oggi allo studio del Ministero della Salute. Quanto agli esemplari che si vogliono rimuovere dall’abitato, chiediamo che siano trasferiti in rifugi e santuari e non abbattuti, nel rispetto della loro vita e anche dell’articolo 9 della Costituzione che tutela anche gli animali”.

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