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Ostia, Suburra gira nei locali sequestrati alla malavita: indagini sul contratto

Indagini sul contratto dietro alle riprese di Suburra nelle case Ater di Ostia

Garage e  box della case Ater spesso usati come depositi di armi e droga da parte della criminalità organizzata a Ostia sono diventati anche set di Suburra. Con chi i produttori Netflix abbiano trattato per girare le scene della serie tv potrebbe diventare presto oggetto di una  indagine avviata dalla procura di Roma.

Indagini sul contratto dietro alle riprese di Suburra nelle case Ater di Ostia

Non era facile neanche per gli uomini dello Stato, infatti, entrare in quei cinquemila metri quadri. Poi ieri l’arresto di Rosario F. e  di sua moglie, ritenuti i patron del racket delle case popolari e vicini al clan Fasciani, ha rimesso al centro delle indagini gli spazi Ater e il suo utilizzo (leggi qui). 

Adesso gli investigatori vogliono capire con chi, la casa di produzione cinematografica si sia interfacciata per entrare in quei locali con attori e cameraman.

Il fortino utilizzato per nascondere droga e armi inaccessibile alle forze dell’ordine infatti è stato aperto in occasione delle riprese di una serie come Suburra. Ad aprirlo potrebbe essere stato proprio il sessantenne visto che era l’unico ad avere la disponibilità delle chiavi. E nel caso è stato pagato?

Se confermata questa ipotesi rappresenterebbe un ulteriore elemento in mano agli inquirenti che proverebbe il controllo del 63enne sui palazzi dell’Ater di via delle Ebridi.

Un dominio messo sotto scacco ieri. La coppia, infatti, è accusata di invasione di edifici, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, proprio perché i box e cantine erano diventati spazi inespugnabili a favore delle famiglie di Ostia ritenute mafiose

Per la coppia ora è scattato il divieto del giudice di entrare nel X Municipio. Tutti gli immobili che controllavano, in alcuni casi  riscuotendo l’affitto, sono stati sequestrati dopo una lunga indagine dei carabinieri di Ostia. In tutto 75 cantine, un appartamento, e una decina di locali commerciali, compresa una onlus.

In alcuni casi Rosario F. avrebbe cercato di intestarsi la proprietà di alcuni locali commerciali producendo documentazione falsa all’agenzia delle entrate e al catasto. Locali comunque che all’occorrenza già affittava.

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