Operazione anti racket a Ostia Ponente: divieto di dimora alla coppia di parenti dei Fasciani, gravemente indiziata della gestione di locali e box ATER usati come deposito di armi e droga
All’alba di oggi martedì 10 gennaio, è scattata l’operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Ostia nei locali e box di proprietà dell’A.T.E.R., siti in Via delle Ebridi e Via della Martinica che ha portato all’ordinanza di divieto di dimora di una coppia di italiani legati a vincolo di parentela con i Fasciani, gravemente indiziati di averne organizzato, gestito e tratto profitto dall’occupazione abusiva.
Circa 5mila metri quadri tra i locali commerciali e tutte le cantine situate nel complesso di edilizia popolare, sono stati posti sotto sequestro preventivo e restituiti all’ATER. Questi sarebbero stati occupati come basi logistiche e depositi per lo stoccaggio di materiale illecito, armi ed ingenti quantità di stupefacenti.
In manette alle prime ore di questa mattina un uomo e una donna vicini ai clan Fasciani per legami di parentela con il clan, considerati gravemente indiziati del reato di invasione di edifici ATER a Nuova Ostia.
Per i due la misura cautelare del divieto di dimora, è stata eseguita su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa.
Le indagini erano state avviate a seguito di una denuncia dei vertici di Ater, per l’impossibilità di alcuni dipendenti di accedere all’interno dei locali in via delle Ebridi, al termine delle quali, sono stati raccolti elementi di prova che fanno ipotizzare un grave quadro indiziario a carico della coppia, che avrebbe occupato abusivamente ben otto immobili extra-residenziali e tutti i 70 box presenti al seminterrato di Via delle Ebridi.
In sostanza, diverse migliaia di metri quadri di immobili ATER tra locali commerciali e tutte le cantine situate in Via delle Ebridi e Via Martinica, in una zona considerata dalle Forze dell’ordine territorio operativo dei clan, e che sarebbero stati utilizzati come basi logistiche e depositi per lo stoccaggio di armi ed ingenti quantità di sostanze stupefacenti.
Ipotesi che sarebbe stata confermata dal rinvenimento a settembre 2020 all’interno di un box oggetto di indagine, di armi con matricola abrasa e relativo munizionamento.
La coppia è inoltre gravemente indiziata di autoriciclaggio poiché, dopo aver occupato abusivamente otto locali extra-residenziali, sarebbe riuscita ad accatastarne alcuni a proprio nome, tramite l’induzione in errore del funzionario pubblico preposto, per poi stipulare alcuni regolari contratti di locazione, registrati presso l’Agenzia delle Entrate, allo scopo di impedire alle autorità competenti di risalire alla provenienza illecita dei beni e trarne profitto.
Le indagini hanno fatto emergere che l’accatastamento è stato reso possibile tramite la presentazione del “modello unico informatico di aggiornamento degli atti catastali”, nel quale l’indagato ha attribuito a sé la qualità di “soggetto obbligato”, figurando quindi quale soggetto equiparato al proprietario.
Per alcune attività, direttamente riconducibili alla coppia raggiunta dall’ordinanza di divieto di dimora, sarebbero state avviate dichiarando false in merito alla S.C.I.A. (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).
Oltre a ben 75 cantine ed un’abitazione, sette locali commerciali sono stati sottoposti a sequestro preventivo: una palestra, un bar, una pizzeria, un negozio di materassi, un’attività di tappezzeria per auto, un negozio adibito alla vendita di artifizi pirotecnici ed anche una Onlus.
Anche la posizione degli occupanti dei suddetti locali commerciali, sono al vaglio della D.D.A. avendo avviato la propria attività economica all’interno di locali di proprietà di un ente pubblico, occupandoli senza averne titolo.
Gli immobili liberati dai Carabinieri nell’operazione di questa mattina, sono stati restituiti all’A.T.E.R.
Il procedimento attualmente versa ancora nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Il complesso Ater di via delle Ebridi è noto al pubblico dei cinefili per aver fatto da set al film d’esordio di Micaela Ramazzotti ovvero “Zora la vampira” (2000). La pellicola, prodotta da Carlo Verdone per la regia dei fratelli Manetti, si apriva proprio sul cortile di quelle case popolari dove vivevano alcuni dei protagonisti, tra i quali il personaggio interpretato dal rapper G Max.
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