Lasciata nel degrado la Metropolitana B1 Sant'Agnese Annibaliano. I cittadini: "La sua realizzazione è costata centinaia di milioni senza mai una manutenzione seria"
Roma: la Stazione Metro B1 Sant’Agnese Annibaliano è ridotta un’acquitrino. Le piogge di questi giorni proseguono ad allagare una stazione che a poco più di dieci anni dall’apertura è stata completamente trascurata, pur collocata nel cuore dell’elegante Quartiere Trieste, zona residenziale nata nel 1926 e dove era perfino collocata Casa Savoia.
In piazza Annibaliano, al confine tra Corso Trieste e l’inizio di viale Eritrea, sorge la fermata della Metropolitana B1 Sant’Agnese/Annibaliano, forse tra le fermate di più recente costruzione con un cantiere iniziato a novembre 2005 e terminato ben sei anni dopo alla fine del 2011, con la tribolata apertura definitiva al pubblico il 13 giugno dell’anno successivo.
Nel guardarla oggi però, vista soprattutto la sua età, i cittadini indignati non si spiegano il perché del degrado in cui è abbandonata. La stazione è allagata e piena di erbacce incolte e muffa, con scale mobili non funzionanti: “Nonostante la sua realizzazione sia costata centinaia di milioni – denuncia una cittadina -, il grosso investimento non sarebbe stato mai protetto con una manutenzione seria, con il risultato vergognoso e ben visibile”.
Basta una foto della attuali condizioni postata sui social, per scatenare le numerose reazioni dei più assidui utilizzatori di questa struttura e cioè i residenti, che evidentemente fin dalla sua apertura si erano conservati delle severe critiche da tirare fuori al momento opportuno, che sembra sia arrivato: “E’ sempre stato un progetto sbagliato e mal realizzato – spiega Ilaria -. La fermata avrebbe potuto essere tutta sotterranea, lasciando lo spazio ad un vero giardino da cui godersi la vista del mausoleo di Santa Costanza, invece è stata un’altra occasione persa e adesso è semplicemente fatiscente”.
“Difatti, l’altro grave danno – aggiunge Viviana -, oltre ad aver costruito una stazione della metro che non funziona e fa acqua da tutte le parti, è quello di aver rovinato e nascosto il bellissimo paesaggio architettonico composto dalla Basilica di Sant’Agnese e dal Mausoleo di Santa Costanza che forma come un semicerchio”.
L’autore del post sul gruppo SOS Patrimonio storico, poi rincara la dose, portando come esempio di un progetto analogo ma ben riuscito, una stazione realizzata a Londra, la Canary Wharf station, semplice, funzionale, luminosa e “Soprattutto non ci piove dentro”.
“Già vecchia e decrepita ed ancora da completare – aggiunge Fabrizio – senza parlare degli spazi adiacenti. Da rendering avrebbero dovuto esserci giardini pensili, verde verticale, orizzontale ed obliquo, mentre al dunque sono state posizionate quattro piantine su fazzoletti di terra di riporto: una tristezza”.
Parole amare insomma vengono fuori a distanza di tempo per un’opera che secondo i cittadini, avrebbe soltanto distrutto una piazza e un quartiere con la complicità delle diverse amministrazioni che si sono susseguite.
Incredibilmente il rancore è tale che non c’è nessuna pietà nemmeno gli interventi artistici successivi, e cioè i murales, che sempre stando al gradimento degli utenti, non avrebbero salvato la faccia del verde promesso da progetto e mancante.
Secondo la descrizione della Stazione, all’epoca dell’inaugurazione, l’opera doveva essere: “Una stazione che si presenta attraverso le sinuose forme di una piazza ipogea, caratterizzata da una facciata interna scandita un gioco di volumi e incassi luminosi, realizzata in cemento facciavista direttamente in opera. E’ un ampio spazio a cielo aperto che costituisce il fulcro architettonico e urbanistico della nuova stazione e rappresenta anche un importantissimo intervento di riqualificazione urbana dotando la città di una nuova centralità spaziale”.
Un’architettura moderna insomma quasi risolutiva nel ritratto dipinto ad arte nelle intenzioni, nella realtà invece trascurato fino a diventare spazio degradato: “Sprizza bruttezza da tutti i pori, indecenti i progetti e indecente chi li accetta. Difficoltà nel mantenere le opere compiute e difficoltà nel compierle. Stanno rendendo Roma una città senza cuore uccidendo tutto il verde e la bellezza che da secoli la contraddistingue” – conclude un altro utente.
Ma al di là dei gusto estetico e di una personale visione degli spazi urbani, la cosa più grave è l’idea di un destino inesorabile di questa struttura, che non è nemmeno l’unica stazione metropolitana recente a patire di un invecchiamento precoce, come visibile nelle immagini recenti della situazione alle stazione Libia e Conca d’Oro.