Operaio muore per l’amianto, Cotral condannata a risarcire

La morte provocata dall'amianto: ai figli dell'operaio morto a 59 anni 157 mila euro

La vittima in uno scatto insieme alla moglie

Autista Cotral muore per un tumore provocato dall’amianto, la compagnia di trasporti laziale viene condannata a risarcire la famiglia. Vicenzo Cecchini aveva 59 anni quando è stato ucciso per un adenocarcinoma polmonare da amianto.

La morte provocata dall’amianto: ai figli dell’operaio morto a 59 anni 157 mila euro

I figli dell’operaio, Stefano e Claudio riceveranno complessivamente 157mila euro di risarcimento. 

Cecchini – informa l’Osservatorio Nazionale Amianto – per oltre dieci anni è stato operaio, manovale d’officina, e poi autista per Cotral svolgendo, negli anni, anche mansioni consistenti nella manutenzione delle scale mobili delle stazioni della metropolitana di Roma che presentavano molte componenti in amianto.

Come autista di linea ha condotto mezzi pesanti, autobus e pullman ancora con vari parti in asbesto, con esposizione a polveri e fibre di amianto.

L’esposizione alla fibra killer, l’amianto

È stato esposto, quindi, alla fibra killer, così come a residui della combustione, benzene e altri cancerogeni per il sistema respiratorio, in assenza di strumenti di prevenzione tecnica e di protezione individuale.

L’uomo si è ammalato nel novembre 2010, morendo 8 mesi più tardi il 22 luglio 2011.

Sono le prime sentenze di condanna seguite dall’Osservatorio Nazionale Amianto, di Cotral Spa, dopo che molti dei lavoratori sono stati collocati in prepensionamento amianto.

Non sarà possibile restituire alla famiglia il loro caro, ma abbiamo ottenuto giustizia e un po’ di pace“, il commento del presidente Ezio Bonanni.

A guidare il convincimento del giudice del Lavoro, Valentina Cacace, è stata la sentenza del Tribunale di Roma, confermata in Appello nel dicembre 2022, che condanna la Cotral Spa al risarcimento di 78.714,03 euro per Laura Cristofanelli, vedova del Cecchini e mamma di Stefano e Claudio.

I consulenti tecnici di ufficio hanno riconosciuto “la sussistenza del nesso fra l’esposizione lavorativa e l’insorgenza dell’adenocarcinoma polmonare diagnosticato” alla vittima, richiamando le normative che dispongono tutta una serie di misure che il datore di lavoro deve attuare per preservare la salute dei suoi dipendenti precisando che “non può non dubitarsi della responsabilità della società resistente per l’omessa adozione di quelle cautele che avrebbero ridotto il rischio“.

Il Tribunale di Roma riconosce per i figli, che all’epoca della morte del padre avevano 30 e 31 anni, com’è stato per la madre, anche il danno biologico di natura psichica: dopo la diagnosi, infatti, l’integrità psico-fisica di Cecchini è stata compromessa perché – rileva ancora l’Osservatorio – ha percepito lucidamente la gravità del quadro patologico e l’approssimarsi della morte.

Il Cotral

L’azienda prende atto della sentenza disposta dal Tribunale di Roma e precisa che si tratta di fatti risalenti ad oltre vent’anni fa“, precisa il Cotral.  “Nel rispetto della normativa, nessun lavoratore impiegato presso gli impianti di Cotral Spa, è attualmente esposto al contatto con componenti che contengono polveri e fibre di amianto“.

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