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Roma, dissequestrato il gazebo teatro della strage all’assemblea condominiale

Il gazebo dove è avvenuta pochi giorni fa la terribile strage durante l'assemblea di condominio è stato dissequestrato e riconsegnato ai proprietari

Si è trattato dell’evento di cronaca nera che maggiormente ha scosso l’opinione pubblica in questo mese di dicembre che sta per concludersi, la strage di Fidene commessa a colpi di pistola da Claudio Campiti (leggi qui) durante un’assemblea condominiale che si stava svolgendo all’interno di un gazebo adiacente ad un bar, in via monte Giberto.

Il gazebo dove è avvenuta pochi giorni fa la terribile strage durante l’assemblea di condominio è stato dissequestrato e riconsegnato ai proprietari

Proprio questa mattina, giovedì 29 dicembre, è arrivato il dissequestro del gazebo stesso, effettuato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma e da quelli della locale stazione di Fidene.

 

Il tutto è stato formalizzato con un’apposita notifica dei militari, presentatisi per svolgere le formalità di rito proprio là dove 4 persone sono state uccise ed altre 3 sono state ferite lo scorso 11 dicembre, in una domenica che ha insanguinanto la zona, con l’ultimo decesso registrato pochi giorni fa (leggi qui).

I sigilli alla struttura sono stati tolti dai carabnieri, non essendo più necessario mantenerla sotto sequestro ai fini di prova, riconsegnandola ai titolari del bar “Il Posto Giusto”, i legittimi proprietari.

In particolare sono stati tantissimi i particolari e gli aggiornamenti quasi febbrili che vi abbiamo raccontato già a partire dalle prime ore di quella maledetta domenica, compreso il triste ricordo di quando una carneficina simile venne messa in atto ad Ostia (leggi qui), la spiegazione di come le assemblee di condominio purtroppo possano in casi estremi essere focolaio di violenti rancori (leggi qui).

Abbiamo provato a tracciare un profilo del killer nel racconto di chi ha assistito alla sua furia, descrivendo come “eroe”, e non potrebbe essere altrimenti, chi ha avuto la forza ed il coraggio di disarmarlo (leggi qui) e gli aspetti oscuri della vicenda, con tanto di sequestro del poligono di tiro dal quale Campiti avrebbe sottratto l’arma da fuoco per poi mettere in atto la sua follia omicida(leggi qui) in una serie di avvenimenti che rimarranno impressi per molto tempo nella memoria collettiva.

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