Regione Lazio, sospetto di una fuga di informazioni protette: l'Ente effettua un controllo sulle mail dei dipendenti e viene multato per violazione della privacy
Roma: è finito con la richiesta di pagamento di una salata sanzione alla Regione Lazio, la vicenda sollevata dai dipendenti regionali e segnalata ad un sindacato, di violazione della Privacy.
La Regione Lazio aveva avviato un monitoraggio sui metadati della posta elettronica dei dipendenti, e cioè informazioni come orari, oggetto delle email, allegati, etc. per il sospetto di una fuga di informazioni protette dal segreto d’ufficio. Ma il tutto, partito per un controllo sulla riservatezza di informazioni d’ufficio, sarebbe paradossalmente stato svolto violando i principi di protezione dei dati e delle norme sul controllo secondo il Garante per la privacy, che avrebbe multato l’Ente pubblico per 100mila euro e bloccato la procedura di controllo in corso.
E’ finita con la richiesta del pagamento di una sanzione di 100mila euro e l’interruzione del trattamenti in corso la bufera che in questi giorni ha visto coinvolta la Regione Lazio, impegnata in un’operazione di monitoraggio sulla posta elettronica del personale in servizio presso gli uffici dell’avvocatura regionale.
La segnalazione del controllo arrivata al Garante della privacy da un sindacato, è stata verificata nel corso di un’istruttoria dove l’Ente avrebbe dichiarato di aver “Avviato una verifica interna sulla base del sospetto di una possibile rivelazione di informazioni protette dal segreto d’ufficio”.
Verifica che sarebbe stata fatta sfruttando i dati conservati per generiche finalità di sicurezza informatica, ma secondo quanto riportato da Agi, in assenza di idonei presupposti giuridici violando così i principi di protezione dei dati e delle norme sul controllo a distanza.
Questo avrebbe peraltro consentito al datore di lavoro, di entrare in possesso anche di informazioni private dei dipendenti. Opinioni personali e contatti e più in generale questioni non collegate al lavoro, sarebbero con il monitoraggio regionale divenute più che leggibili.
Ora oltre alla sanzione amministrativa di 100mila euro, a scattare sarebbe stato anche il blocco imposto dal Garante per la privacy all’Ente pubblico di proseguire nel trattamento dei metadati della posta elettronica dei lavoratori. Quelli raccolti fino ad ora intanto, dovranno essere celermente cancellati.
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