Vendevano vacanze fantasma a Roma: due arresti e 19 indagati

Con un articolato sistema di truffe informatiche la banda criminale aveva ottenuto illegalmente molto denaro tramite la vendita di vacanze fantasma

truffa

Roma: la polizia di stato, con l’aiuto dell’ “U.S. Department of Homeland Security- United States Secret Service”, mette la parola fine ad un’articolata associazione a delinquere che operava nel campo delle frodi informatiche, telematiche e riciclaggio di denaro a danno di numerosi cittadini, soprattutto stranieri, vendendo vacanze fantasma in hotel capitolini.

Con un articolato sistema di truffe informatiche la banda criminale aveva ottenuto illegalmente molto denaro tramite la vendita di vacanze fantasma

Oltre 600mila euro il giro d’affari ottenuto illecitamente. Sono state 2 le persone colpite da misure cautelari e 19 le persone denunciate in stato di libertà, tutte residenti nella Capitale.

I dettagli: Il Personale del I Distretto Trevi Campo Marzio, dopo un’ indagine coordinata  dalla Procura della Repubblica di Roma, ha scoperto una banda criminale composto da  numerose persone, indiziate, a vario titolo, dei reati di  associazione a delinquere con l’obiettivo di commettere frodi informatiche/telematiche e riciclaggio di denaro- nel periodo che va tra il marzo  2021 e maggio  2022-, messe in atto all’interno di vari siti di e-commerce turistici.

Le vittime delle truffe online sono state circa 200 e per la maggior parte tutti stranieri.

I criminali si erano organizzati creando falsi profili  di alberghi inesistenti, successivamente pubblicizzate sui vari circuiti di prenotazione per ottenere guadagni illeciti. Insomma, una specie di revival moderno e informatico del film “Totò truffa“.

Oltretutto gli indagati, dopo aver ottenuto illegalmente il denaro tramite mezzi di pagamento elettronici utilizzando dei P.o.s., attivati ad arte ed assegnati fittiziamente a struttere ricettive fantasma, attuavano operazioni mirate per dare una parvenza di legalità ai soldi ottenuti con le truffe.

Questo veniva fatto con una serie di bonifici e operazioni bancarie per realizzare un effetto tale da rendere molto più complicata l’individuazione della truffa ed il recupero del denaro.

Ai malcapitati clienti, dopo la loro prenotazione di hotel fantasma nella Capitale, la banda di malviventi chiedevano tramite altri inganni telefonici i dati delle carte di credito compresi di codici di sicurezza con la scusa di avere bisogno del versamento della caparra che gli sarebbe stata restituita alla fine della loro vacanza.

Nelle fasi cruciali delle indagini, durante l’attività investigativa sono stati sequestrati diversi computer portatili, telefoni cellulari, carte di credito intestate a terzi, Pos perfettamente funzionati e collegati alla rete elettrica ed attivati proprio per conto dei finti hotel.

Tutte queste erano le basi tecnologiche su cui si poggiavano i raggiri, tramite cui i truffatori facevano versamenti su conti a loro intestati, tramite carte clonate.

Tra i vari sequestri c’è anche un’agenda dove si riportavano i dati e i nomi delle vittime che avevano abboccato alle prenotazioni di vacanze fantasma, elencati in ordine progressivo e a seconda dei siti tramite cui avevano aderito alle false offerte, comprese di dati, codici segreti delle carte, numeri di telefono e mail.

Ruolo fondamentale ha rivestito la collaborazione con la Polizia Postale e Comunicazioni Lazio, che ha effettuato indagini tecniche sugli indirizzi I.P. generati dalle connessioni realizzate dalle utenze sequestrate e riferite agli indirizzi email utilizzati per le prenotazioni alberghiere.

Decisivo per le indagini anche l'”U.S. Department of Homeland Security- United States Secret Service” tramite l’Ambasciata degli Sati Uniti d’America in Roma, che ha cooperato nell’attività d’indagine, visti i numerosi cittadini statunitensi vittime dell’organizzazione.

Inoltre i criminali durante il periodo delle indagini hanno fintamente tenuto un alto tenore di vita, indossando gioielli preziosissimi e presentandosi nei migliori Hotel di Roma a bordo di auto di lusso e orologi pregiati, per ingannare i gestori delle strutture ricettive e mostrandosi come persone facoltose.

Tutto questo perchè, non contenti delle truffe attuate, hanno utilizzato i servizi di questi hotel di alto bordo, facendo soggiorni in suite costosissimi e mangiando nei ristoranti interni con cene esclusive e saldando il conto con carte di credito clonate all’estero, intestate ad altre persone che poi scoprivano l’inganno e contestavano dopo giorni le transazioni eseguite e non permettevano agli alberghi di incassare quanto dovuto.

In questo filone specifico delle indagini sono stati coinvolti 4 alberghi di alto bordo per operazioni non pagate per oltre 120 mila euro.

Come sempre si precisa che il procedimento è nella fase delle indagini preliminari e che, quindi, gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, considerando l’attuale fase del procedimento, fino a un eventuale definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

canaledieci.it è su Google News:
per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link  digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte.

Roma, come in “Totò truffa” a fontana di Trevi: indagati in due