Contestata la premeditazione: l'uomo si esercitava a sparare. L'arma appena rubata al poligono
Prese di mira e abbattute una alla volta con la pistola come fossero birilli. “La prima ad essere colpita e uccisa è stata Sabina Sperandio, poi Nicoletta Golisano”. Nelle fasi successive Claudio Campiti ha ucciso ancora, ed è toccato a Nicoletta Silenzi.
La ricostruzione della strage di Fidene è contenuta nel decreto di fermo firmato dalla procura di Roma per triplice omicidio e triplice tentato omicidio a carico del 57enne di Ascrea da anni fuori controllo e in guerra coi condomini del consorzio Valleverde.
L’uomo, alla guida della sua Ford Ka, domenica mattina alle 9.30 è arrivato in via Colle Giberto, a Fidene, dove si stava svolgendo la riunione condominiale del consorzio. Era di ritorno dal poligono di tiro di Tor di Quinto dove era iscritto e aveva “chiesto espressamente una Glock calibro 45 che aveva già operato in passato” senza però essere visto “sulla linea di tiro”.
Campiti, infatti, come ricostruisce il fermo, non aveva intenzione di sparare a bersagli di carta. Quando entra nel gazebo del bar “Il Posto giusto” dove era stata indetta la riunione e ha chiuso la porta, era in assetto da guerra.
Aveva la pistola in tasca, un secondo caricatore con 13 colpi, altre 155 cartucce, un coltello a serramanico e un pugnale da sub da 28 centimetri.
Si è diretto “verso il tavolo in cui era seduto il consiglio di amministrazione e dopo aver proferito la frase ‘vi ammazzo tutti’ immediatamente iniziava a sparare”.
Il killer era un esperto tiratore. “Trenta colpi sul bersaglio su 30 sparati” era il miglior risultato raggiunto nel poligono di tiro di Tor Vergata.
Domenica mattina ha confermato la sua infallibilità sparando sei colpi mettendoli drammaticamente tutti a segno.
Dopo le tre vittime, ha sparato ancora ferendo la presidente del consorzio Bruna Marelli e Fabiana De Angelis.
“A quel punto – chiarisce sempre l’atto di fermo – Silvio Paganini si lanciava contro il Campiti nel tentativo di disarmarlo, ma questi girava il polso verso di lui e spara altri colpi, ferendolo al volto.
Nonostante ciò Paganini riusciva a far cadere in terra il Campiti, per cui intervenivano altri presenti, riuscendo a bloccarlo e a disarmarlo“.
Fabiana De Angelis è stata colpita al collo con lesione a carotide e a una vertebra. Bruna Martelli è stata attinta all’emitorace desto e Silvio Paganini alla faccia da un proiettile che è entrato ed uscito.
Secondo il pm che ha firmato il decreto di fermo, Campiti “ha fatto ingresso nel dehor del bar con la precisa finalità di ammazzare i componenti del consiglio di amministrazione del Consorzio”.
Al 57enne, però viene contestata una seconda aggravante, quella dei futili motivi.
Il decreto di fermo si sofferma anche sull’acredine tra l’uomo e il Consorzio immobiliare.
Da 7 anni Claudio Campiti non pagava i contributi e aveva un decreto ingiuntivo per 1.700 euro. Lo ha detto agli inquirenti la presidente del Consorzio stesso rimasta ferita. La presidente ha raccontato anche di un secondo decreto ingiuntivo, anche questo rimasto non pagato. Lo si apprende dal decreto di fermo della procura capitolina.
Verifiche sono in corso da parte dei carabinieri sulla posizione fiscale di Claudio Campiti, il 57enne che domenica mattina ha ucciso a colpi di pistola tre donne e ferito altre tre persone nel gazebo di un bar a Roma.
L’uomo, che aveva perso il lavoro, era da tempo in difficoltà economiche. I militari dell’Arma stanno facendo accertamenti sui redditi dell’uomo anche per appurare se fosse tra i percettori del Reddito di Cittadinanza.
Nell’ambito dell’indagine sulla strage di Fidene, i carabinieri hanno avviato anche verifiche di natura fiscale sulla posizione di Claudio Campiti, l’uomo accusato del triplice omicidio. Chi indaga vuole accertare anche se stesse percependo il reddito di cittadinanza: da quanto emerge l’uomo era in difficoltà economiche e aveva perso il lavoro da qualche tempo.
È in programma domani mattina alle 10 nel carcere di Regina Coeli l’udienza di convalida del fermo per Claudio Campiti, l’uomo che domenica mattina ha ucciso a colpi di pistola tre donne e ferito altre tre persone. Si tratta del primo confronto con i magistrati dopo il raid di morte avvenuto a Fidene.
Nei confronti dell’indagato il pm Giovanni Musarò contesta, tra gli altri, i reati di triplice omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi e il porto abusivo di arma.
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