Nemi, cani cadono in un dirupo nel bosco: salvati dai pompieri

Gli animali, che non riuscivano più ad uscire in superficie, sono stati soccorsi dai Vigili del Fuoco

Nemi: domenica di grande paura per due cani che erano caduti in un dirupo all’interno del Bosco nei pressi del Tempio di Diana.

Gli animali, che non riuscivano più ad uscire in superficie, sono stati soccorsi dai Vigili del Fuoco

Gli animali non riuscivano più ad uscire in superficie ed erano rimasti bloccati, così, nel primo pomeriggio di oggi, domenica 11 dicemebre, sono intervenuti, su impulso della Sala Operativa, la squadra 32 A ed il Nucleo Speleo Alpino Fluviale (SAF) per salvare i quadrupedi, intirizziti dal freddo.

Una volta giunti sul posto, il personale dei Vigili del Fuoco ha raggiunto, soccorso e recuperato i cani, che successivamente venivano riaffidati alle proprie padrone, risultando spaventatissimi ma complessivamente in buone condizioni.

Qualche tempo fa, in un articolo con tanto di video degli inizi di ottobre scorso, vi avevamo raccontato del soccorso portato al cane “Lollo” che era rimasto bloccato per circa due settimane, senza cibo nè acqua, dentro ad un tombino situato sulla corsia laterale della Cristoforo Colombo (leggi qui).

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Focus sul Tempio di Diana

Effettivamente, l’area del tempio di Diana si presta a pericolose cadute, in quanto sorge immerso in un immenso parco.

Il Tempio di Diana Nemorense di Nemi sorgeva immerso nel bosco, sulle rive del Lago di Nemi (che per questo era anche detto “specchio di Diana”) e, secondo studi archeologici, il luogo di culto era venerato già nell’età del Bronzo.

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Unitamente al tempio di Giove, situato sul Monte Albano, il Tempio di Diana rappresentò nell’antichità il centro della vita religiosa e politica della Lega Latina.

Era un santuario federale, dove si formavano e rinnovavano alleanze.

Il culto venerava proprio Diana, la dea della caccia e della pesca, patrona dei parti e divinità degli inferi.

Il Tempio era articolato, al massimo del suo splendore, in un enorme complesso che si estendeva per circa 45mila metri quadri.

La sua superficie era sostenuta a valle da sostruzioni triangolari ed a monte da nicchioni semicircolari in cui vi erano delle statue ed un terrazzamento superiore. Il vasto complesso conteneva, oltre al tempio, anche due portici di colonne doriche, gli ambienti riservati ai sacerdoti, gli alloggi per i pellegrini, le celle destinate ai doni, i bagni idroterapici ed un teatro.

Quello che oggi resta in epoca moderna è una parete di grandi nicchioni, una parte del pronao con almeno un altare votivo, e delle colonne colonne.

Il tempio fu abbandonato con l’avvento del Cristianesimo ed cambiò la sua destinazione d’uso, fungendo come cava di materiali da costruzione.

Fin dal XVII secolo ebbero inizio i lavori di scavo che portarono alla luce tantissimi reperti, ad oggi custoditi in diversi musei, ma la maggioranza del complesso è tuttora nascosto.

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