Roma, celebrata con tutti gli onori Santa Barbara, Patrona dei Vigili del Fuoco

Grandi celebrazioni nella Capitale e nel resto d'Italia in onore della Protettrice e Santa Patrona dei pompieri

Fonte Profilo Facebook Vigili del Fuoco Roma

Roma: si commemora da ieri,domenica 4 dicembre, la figura di Santa Barbara, Protettrice e Patrona di tutti i pompieri del Belpaese. Celebrazioni anche nel resto d’Italia e nella Capitale, in special modo, al via dalle 9 di questo lunedì, 5 dicembre, con una cerimonia tra le più sentite da parte gli appartenti alla categoria.

Grandi celebrazioni nella Capitale e nel resto d’Italia in onore della Protettrice e Santa Patrona dei pompieri

Nel dettaglio, ieri, 4 dicembre i Vigili del fuoco hanno commemorato la loro patrona Santa Barbara.

Ogni comando ha organizzato la giornata commemorativa della santa protettrice e predisposto il programma per una giornata ricca di eventi e incontri.

Già ieri ci sono stati i primi festeggiamenti, alla presenza del Prefetto di Roma Bruno Frattasi e del Comandante dei Vigili del Fuoco della Città Eterna, Alessandro Paola al termine della celebrazione eucaristica, con contributi da parte di rappresentanti della Marina Militare.

Oggi, il giorno seguente, a Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, viene celebrata la messa in onore di Santa Barbara alla presenza delle più alte autorità militari e civili, a partire dalle ore 9 con tanto di diretta ufficiale streaming da vigili del fuoco.tv (leggi qui).

Il Presidente della Repubblica italiana in persona, Sergio Mattarella, ha riassunto l’importanza dell’evento in un accorato messaggio rivolto a sostegno del corpo dei vigili del fuoco, diramato tramite il sito ufficiale del ministero dell’interno:Nei delicati scenari emergenziali e negli interventi di soccorso pubblico le donne e gli uomini del Corpo rappresentano da sempre un solido presidio a tutela dell’incolumità delle persone e dell’integrità dei beni, dando concreta attuazione ai principi di solidarietà che ispirano la Carta Costituzionale, come evidenzia anche l’impegno in occasione dei recenti eventi calamitosi ad Ischia”, rammenta il Capo dello Stato, sottolineando come “Lo spirito di servizio che connota la vocazione del Corpo nazionale, costituendone un tratto distintivo, è stato testimoniato anche dal significativo apporto offerto dal Corpo durante il periodo pandemico, per il quale è stata conferita alla Bandiera la Medaglia d’Oro al Valor Civile”.

Il nostro è un Paese tanto bello quanto fragile – specifica invece il ministro Piantedosi – alla bellezza è avvinta la vulnerabilità dei territori anche a causa della loro stessa morfologia, quando non dell’incuria. Non c’è pezzo di storia di eventi calamitosi in cui la memoria collettiva non attinga rapidamente al ricordo della operosa presenza sui luoghi dei Vigili del fuoco. Anche nel drammatico evento franoso a Casamicciola si sono potute apprezzare, nell’intervento, perizia tecnica e umanità, com’è nell’esemplare tradizione del Corpo nazionale, componente fondamentale del Sistema nazionale di protezione civile. Questa è la duplice vocazione dei Vigili del fuoco, che tiene unite la specializzazione tecnica e il costante aggiornamento tecnologico a un tratto di effettiva vicinanza e di solidarietà nei confronti di chi è soccorso”.

Focus sulla storia di Santa Barbara

Santa Barbara rappresenta la capacità di affrontare il pericolo con fede, coraggio e serenità anche quando non c’è alcuna via di scampo. È stata eletta, infatti, patrona dei Vigili del Fuoco, in quanto protettrice di coloro che si trovano “in pericolo di morte improvvisa”.

Nacque a Nicomedia nel 273. Si distinse per l’impegno nello studio e per la riservatezza, qualità che le giovarono la qualifica di ‘barbara’, cioè straniera, non romana. Tra il 286-287 Barbara si trasferì nella villa rustica di Scandriglia, oggi in provincia di Rieti, al seguito del padre Dioscoro, collaboratore dell’imperatore Massimiano Erculeo. Il padre aveva destinato Barbara in sposa al prefetto di Nicomedia, ma lei rifiutò di sposarsi.

Il padre furente la fece processare e condannare a morte, a causa della sua fede cristiana. La ragazza fu così costretta a rifugiarsi in un bosco dopo aver distrutto gli dei nella villa del padre.

Trovata, fu consegnata al prefetto Marciano. Venne allora rinchiusa in una cella della fortezza di Nicomedia. Nella prigione, un giorno, si sprigionò un incendio: Barbara uscì viva dalle fiamme. Durante il processo, che iniziò il 2 dicembre 290, Barbara difese il proprio credo ed esortò Dioscoro, il prefetto ed i presenti a ripudiare la religione pagana per abbracciare la fede cristiana.

Questo le costò dolorose torture. Il 4 dicembre infine, fu decapitata con la spada dallo stesso Dioscoro, che fu colpito però da un fulmine. La tradizione invoca Barbara contro i fulmini, il fuoco e la morte improvvisa.

I suoi resti si trovano nella cattedrale di Rieti.

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