Pronto soccorso sull’orlo del collasso all’ospedale Grassi: sovraffollamento della sala d’emergenza e anche quattro giorni d’attesa per un ricovero
Il pronto soccorso dell’ospedale “Grassi” rischia il collasso. Il sovraffollamento negli accessi, l’estrema carenza di posti per i ricoveri e la carenza di medici rischiano di far precipitare l’assistenza d’emergenza nel nosocomio che è punto di riferimento per una comunità di mezzo milione di residenti e per le urgenze del vicino aeroporto.
Sono 73 i malati che affollano dalle prime ore del mattino la sala emergenze del Grassi. Una somma che supera di quasi il 50 per cento il limite imposto a livello regionale per una adeguata risposta della struttura ai compiti demandati. Si tratta di malati con patologie anche severe che richiederebbero una opportuna sistemazione con sistemi di monitoraggio puntuali, in reparti dedicati, seguiti da specialisti competenti per le rispettive emergenze. Dei 73 presenti in pronto soccorso, ben 33 sono n attesa di un ricovero.
Invece, non è così. La carenza di posti letto che si registra non solo al Grassi, assolutamente sottodimensionato rispetto alle esigenze del bacino d’utenza, è drammatica. La pessima politica di gestione della sanità pubblica (leggi qui) ha portato alla riduzione delle disponibilità di ricovero in strutture pubbliche nonostante l’incremento della popolazione anziana e, per questo, più esposta a problemi di salute.
La conseguenza di tutto questo è che possono passare anche tre-quattro giorni prima del ricovero in reparto, con i pazienti che restano su una lettiga sovente anche in condizione di promiscuità, senza privacy e rispetto della dignità personale.
Non meno difficoltoso, in presenza di numeri così massicci, è l’accesso alle prestazioni: medici e infermieri, alle prese così alto quantitativo di pazienti in sala emergenza, possono dedicare la loro attenzione prioritariamente ai codici più gravi tra i nuovi arrivi. E chi cerca nel pronto soccorso una soluzione a malanni che non comportino rischi vitali, deve attendere diverse ore prima di essere visitato.
Il recente consiglio straordinario tenutosi nel X Municipio (leggi qui) ha portato alla luce una pericolosa deriva sia nell’assistenza ospedaliera di Ostia che in quella territoriale. Nessun intervento concreto, però, si profila all’orizzonte in una regione, la nostra, nella quale gli amministratori sono più impegnati nella campagna elettorale che nello studio di soluzioni che richiedono tempi rapidissimi. Il prezzo che si rischia di pagare è il blocco della sanità d’emergenza sotto le feste natalizie, quando picco influenzale e patologie gastroenteriche e da trauma sono più diffusi.