Il racconto di un'inquilina, Tamara, descrive l'odissea che i componenti di alcune palazzine stanno affrontando, lottando contro freddo e misteri burocratici
Ostia: giusto qualche settimana fa vi avevamo raccontato del grave disagio vissuto da un’anziana di 93 anni che, all’interno di una palazzina Ater di via Marco Vipsanio Agrippa, era impossibilitata ad uscire di casa da diverso tempo perché un guasto all’ascensore non veniva mai risolto né preso in considerazione da chi di dovere (leggi qui). In questo caso la storia è simile, altro disservizio. Oggi, 5 dicembre, Tamara, un’inquilina delle case comunali di Via delle Canarie 24, lamenta a nome di tutti gli occupanti delle 8 “scale” che compongono il caseggiato di essere al freddo, senza riscaldamento da 15 giorni, dato che l’ordinanza Gualtieri è scattata il 21 novembre (leggi qui).
Nel dettaglio, lei che abita in queste palazzine dal 1972, ci spiega quanto segue: “Facendo un rapido calcolo, dalla scala A alla scala H qui da noi siamo in totale 120-130 famiglie, per, all’incirca, 400 o forse anche più persone che soffrono il freddo e battono i denti. Ci è stato risposto dal nostro amministratore che la colpa è da attribuire ad un fantomatico guasto tecnico che noi condomini non riusciamo ad individuare, non sappiamo nemmeno se davvero ci sia, ma se esiste non ci interessa, vogliamo solo vivere decorosamente”.
“Sta di fatto – spiega – che siamo stufi, oltretutto, di pagare da oltre un mese per un riscaldamento del quale non abbiamo ancora mai usufruito, fino ad ora. In concreto paghiamo per avere freddo e per un servizio che non è erogato. Ho dovuto comprare degli apparecchi per riscaldarmi, altri costi, che con le bollette salatissime dell’energia elettrica che arrivano di questi tempi, mi consenta, rappresentano veramente il colmo, il colpo di grazia, un danno oltre alla beffa”.
In aggiunta, “Il nervosismo dei residenti – sottolinea la cittadina – è dettato dal fatto che, essendo noi un complesso di abitazioni affidate direttamente al Campidoglio e quindi il compito di accendere il riscaldamento è chiaramente del Comune di Roma, pretendiamo chiarezza. Chi deve fare cosa? Basta rimpalli! In queste costruzioni ci sono tantissimi bambini, persone anziane e anche con malattie gravi che non meritano di stare in casa propria patendo il gelo e che di questo passo peggioreranno la loro salute”.
Ma sono altri i risvolti che Tamara vuole precisare, a titolo di opione puramente personale e che noi riportiamo per dovere di cronaca: “Non capisco perché prima della pandemia tutto funzionasse bene, quando ad occuparsi delle questioni inerenti la manutenzione era il comune, che tramite Aequa Roma – la società partecipata di Roma Capitale ed unico referente competente – lavorava con puntualità. Certo, anche in passato c’era stato qualche ritardo nell’accensione, ma mai siamo stati agli inizi di dicembre, a 20 giorni dal Natale, con i termosifoni ghiacciati ed il meteo che non promette nulla di buono”.
“Da circa tre anni – aggiunge – invece c’è questo amministratore che si occupa a modo suo di far andare avanti le cose ma nella realtà veniamo ignorati, eppure lui sa benissimo quello che stiamo passando, ha ricevuto valanghe di mail e telefonate di protesta. Tutto deve essere fatto come previsto dall’ordinanza firmata dal Sindaco”.
Alla precisa nostra richiesta riguardo a cosa sapesse Aequa, e come quest’ultima suggerisse di comportarsi, Tamara risponde: “Io sono stupita del fatto che Aequa, interpellata da tante persone di queste palazzine, abbia risposto chiaramente che non sapeva che noi ora stiamo congelando. L’ente non era al corrente neanche che noi dal 2019 siamo gestiti da un’amministratore, dicono che non ci dovrebbero essere soggetti terzi al di là del Comune ad occuparsi di tutte le questioni che ci riguardano. E allora chi ce lo ha messo? Stiamo brancolando ancora di più nel buio e intanto il tempo, i giorni, passano ed il freddo aumenta. Di chi è la colpa? Chi ha il dovere di riscaldarci? Come può Roma non sapere?”.
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