Tumore alla mammella, il 40% delle diagnosi sulle under 49. Come prevenire

Dal tumore mammario buone possibilità di guarigione, ma resta cruciale intercettarlo. Come accedere agli screening

Il tumore alla mammella è la neoplasia più diagnosticata alle donne. Il carcinoma mammario, infatti secondo i dati presentati oggi in un convegno a Roma, rappresenta in Italia il 30% di tutte le nuove diagnosi di tumore. I numeri relativi alla totale guarigione sono buoni, ma resta cruciale la prevenzione. Il 40 per cento delle donne colpite ha meno di 49 anni.

Dal tumore mammario buone possibilità di guarigione, ma resta cruciale intercettarlo. Come accedere agli screening

Se ne è parlato oggi, lunedì 28 novembre, nella sede dell’Asl Roma 1, nell’ambito dell’evento sulle reti del tumore mammario.

“Completezza, performances, sviluppo, ruolo dei pazienti e creazione dell’ecosistema” il titolo del focus che ha visto a confronto medici, ricercatori, docenti, dirigenti sanitari.

Complessivamente nel nostro Paese vivono circa 834.000 donne che hanno avuto una diagnosi di carcinoma mammario con una sopravvivenza netta ad 1 anno dalla diagnosi pari al 96,9% e a 5 anni dalla diagnosi al 90,8%.

La salute della donna con tumore alla mammella ha bisogno di un ecosistema che, sin dal primo sospetto tumorale e per tutto il percorso di cura, abbia un’adeguata ed efficiente presa in carico della paziente oncologica.

Nella Asl 1 sei centri di senologia

In questo senso la Asl 1 di Roma rappresenta un modello, con una rete che comprende 6 centri di screening, 4 strutture di diagnostica clinica capaci di fare più di 2.000 mammografie l’anno e 6 centri di senologia.

Dal punto di vista assistenziale, l’approccio più appropriato si è dimostrato essere quello multidisciplinare dove la rete oncologica gioca un ruolo fondamentale di “vicinanza” per consentire una pianificazione ottimale delle performance assistenziali.

L’obiettivo di cura rimane quello di potenziare e migliorare le reti oncologiche su tutto il territorio nazionale, puntare sul management ospedaliero per una qualità di cura che sia feedback di salute per la paziente.

Questo significa prendere per mano il paziente (e la sua famiglia) per portarlo verso il percorso terapeutico più efficace, che non può che realizzarsi, anche per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, in un’ampia, sviluppata e diffusa rete oncologica.

Il carcinoma mammario colpisce un’ampia fascia della popolazione in una fase di vita attiva, impattando su aspetti socio-lavorativi, emotivi e funzionali delle pazienti: il 40% delle diagnosi avvengono nella donne con meno di 49 anni, il 35% nelle donne tra 50 e 69 anni e il 22% nella popolazione più anziana (+70 anni).

La Regione Lazio è stata tra le prime ad adottare le linee guida sulle Breast Unit – spiega Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio – E’ necessario, tuttavia, implementare l’attività di prevenzione delle campagne di informazione e sensibilizzazione per gli screening oncologici”.

Come accedere agli screening

Le donne dai 50 ai 69 anni ogni due anni, vengono invitate dalla Regione Lazio con una lettera personalizzata a un appuntamento prefissato per effettuare gratuitamente il test di screening.

Chi, pur rientrando nella fascia d’età indicata, non ha mai ricevuto una lettera d’invito dalla propria ASL o non ha mai aderito al programma può: utilizzare il sistema di prenotazione online Screening Prenota Smart (screening oncologici) o telefonare al Numero Verde della ASL di appartenenza per concordare un appuntamento (è possibile anche chiedere informazioni o spostare un appuntamento).

Il test non è rischioso

Il test di screening è la mammografia, una radiografia delle mammelle, l’esame più specifico, sensibile ed efficace per la diagnosi precoce del tumore al seno. La mammografia non è rischiosa (nello screening si usano mammografi digitali che utilizzano dosi molto basse di raggi X).

Se l’esito del test risulta normale il centro di screening invia una lettera a casa con il risultato e dopo due anni invia una nuova lettera con l’invito a ripetere l’esame.

Se invece l’esito del test è dubbio e necessita di un approfondimento, la donna viene contattata telefonicamente e invitata presso le sedi di II livello per effettuare esami di approfondimento diagnostico ed eventualmente i trattamenti previsti.

Le donne che non rientrano nella fascia di età 50/69 anni non sono escluse dalla prevenzione, infatti, le donne tra i 70 e i 74 anni possono chiamare il numero verde screening della loro ASL e chiedere di continuare a eseguire la mammografia gratuitamente tramite il programma di screening.

Le donne tra i 45 e i 49 anni possono fare una mammografia gratuita ogni due anni: non ricevono una lettera di invito ma possono chiedere al loro medico curante una specifica impegnativa con esenzione.

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