Roma, si cerca di salvare i pini della Colombo ma con tempi sbagliati 

Lotta alla cocciniglia tartaruga: avviata la cura ai pini della Colombo ma perché abbia effetto ci vogliono dai 30 ai 60 giorni

E’ iniziata nelle ultime ore l’operazione salvataggio dei pini contro la cocciniglia tartaruga sulla via Cristoforo Colombo. A documentarlo, anche alcuni scatti apparsi sui social e postati dagli utenti incuriositi da alcuni aggeggi piantati nei tronchi, che presumibilmente sono proprio i trattamenti contro il parassita, e che potrebbero essere la soluzione al dilagante problema che ha trasformato alcune delle più belle pinete del Litorale romano, in paesaggi spettrali.

A Leonardo Perronace della Fagus Lab Innovazione Ambientale, che è uno dei massimi esperti italiani di arboricoltura ed ex presidente dell’ordine provinciale dei Periti agrari, oltreché inventore della metodologia di cura contro il punteruolo rosso, che ha salvato le palme dei più importanti giardini storici della Capitale, abbiamo chiesto se il sistema adottato sui pini della Colombo funzionerà come auspicato.

Lotta alla cocciniglia tartaruga: avviata la cura ai pini della Colombo ma perché abbia effetto ci vogliono dai 30 ai 60 giorni

A settembre del 2021 il Campidoglio e il X Municipio decisero di abbattere i pini infestati dalla cocciniglia tartaruga come soluzione drastica adottata anche per ridurre il rischio di crollo di questi alberi malati, a causa della Toumeyella parvicornis, nome scientifico del parassita.

L’operazione fece saltare sulla sedia alcuni esperti, tra cui Leonardo Perronace, che spiegò in quell’occasione il disastro che avrebbe provocato quella metodologia se applicata con tempi e modi sbagliati, con possibile violazione delle linee guida regionali sul trattamento delle piante infestate dalla Cocciniglia.

Gli alberi abbattuti all’epoca, vennero infatti sezionati e lasciati sul posto per giorni, addirittura consentendo con quel movimento di chiome infestate, la liberazione dei parassiti che potevano volare sugli alberi vicini.

Nel 2018 fu proprio l’esperto a lanciare il primo allarme sul contagio della cocciniglia tartaruga nei pini lungo la via Cristoforo Colombo (leggi qui), ed oggi, a distanza di cinque anni, l’intervento sembrerebbe finalmente quello giusto, anche se adottato in un momento dell’anno meno favorevole all’efficacia in tempi brevi: Quelle che si vedono nella foto sono le cosiddette siringhe Arbocap per il trattamento di endoterapia – ha spiegato l’esperto -, si tratta di siringhe da utilizzare per l’iniezione al tronco, in numero proporzionale alla circonferenza dell’albero. E’ uno dei metodi dell’endoterapia (ma non il solo), che è appunto la tecnica per la quale si iniettano nei vasi linfatici dell’albero le sostanze che poi andranno a curare determinate malattie. In questo caso sembra si tratti proprio della terapia contro la Toumeyella parvicornis, che viene rilasciata con un sistema a molla interno alla siringa. Il trattamento – aggiunge l’esperto – secondo le fonti del Servizio Fitosanitario Regionale, non ha un effetto immediato, ma ci metterà dai 30 ai 60 giorni per raggiungere la chioma, e in inverno questa traslocazione è resa anche più difficile con il freddo”.

Insomma l’intervento di salvataggio dei pini della Colombo, elemento simbolo del paesaggio cittadino e del litorale, attaccati negli ultimi anni dalla cocciniglia tartaruga, potrebbe rivelarsi più che fallimentare, tardivo. E questo nonostante gli interventi siano iniziati da ottobre 2021 su oltre 28mila piante cittadine, con un piano dei trattamenti da completare entro il 2022, ma con un cronoprogramma che evidentemente vedeva i pini della Colombo tra gli ultimi a beneficiarne.

Buona l’intenzione ma forse sbagliati i tempi. Se gli interventi su tutti i pini in pericolo non dovessero funzionare in tempi accettabili infatti, il rischio della diffusione del parassita alle altre piante potrebbe restare comunque alto. Troppi sembrano infatti due mesi per un intervento che doveva essere “fulmineo” per recuperare questo patrimonio arboreo.

Un disastro per tutti, anche se già si parla con toni entusiastici di un piano di riforestazione urbana di centinaia di migliaia di piante nei prossimi anni, perché intanto quelle che esistono potrebbero non salvarsi.

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