Vitinia, spaccio modello drive-in: sette indagati, due in carcere (VIDEO)

I clienti prenotavano "punture" che venivano consegnate dagli spacciatori di un clan albanese con le modalità del drive-in

Smerciavano la droga consegnando le dosi con modalità drive-in: lo spacciatore a bordo strada rilasciava lo stupefacente ai clienti che transitavano in auto o sulla moto, senza dover scendere. Il complice riceveva le prenotazioni e i pagamenti da una sala giochi poco distante.

I clienti prenotavano “punture” che venivano consegnate dagli spacciatori con le modalità del drive-in

La Guardia di Finanza ha sgominato un’organizzazione criminale dedita allo spaccio di stupefacenti con base a Vitinia. Sette le persone che sono state raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta della procura capitolina: due sono finite in carcere, due agli arresti domiciliari e tre sottoposte a obbligo di dimora nel territorio di Roma.

Le indagini, svolte congiuntamente dalla Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza nel locale Tribunale e dalla compagnia Pronto Impiego di Lido di Ostia, hanno consentito di individuare un sodalizio operante tra Vitinia e Acilia capeggiato da due fratelli di nazionalità albanese, il più grande dei quali aveva ricevuto da connazionali esponenti della criminalità locale l’investitura di referente della zona e l’avallo per la gestione dell’illecita attività.

Secondo l’accusa, la base operativa dell’organizzazione sarebbe stata in una sala giochi di Vitinia, mentre lo spaccio sarebbe avvenuto in via Castel D’Aiano, dove abita uno dei fratelli, il quale dopo aver ricevuto le prenotazioni, curava direttamente la consegna delle dosi ai clienti all’esterno dell’edificio in modalità stop and go, senza cioè che l’acquirente dovesse scendere dall’auto o dallo scooter, in modo tale da ridurre i tempi e non destare sospetti.

Prenotavano “punture”

Per prendere appuntamento per l’acquisto della dose il gruppo era solito fare telefonicamente riferimento alla necessità di effettuare “punture. Nel corso dell’attività investigativa, sono stati sequestrati circa 2,3 chilogrammi di droga (tra cocaina, marijuana e hashish) e oltre 6mila euro in contanti, quale presumile provento dell’attività illecita, nonché arrestati in flagranza di reato 5 corrieri rifornitori del gruppo.

Il provvedimento è stato emesso sulla base delle acquisizioni probatorie e, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza degli indagati. Le prove dell’eventuale colpevolezza si formano nel corso del processo e fino al terzo grado di giudizio gli indagati devono essere considerati non colpevoli.

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