Omicidi a Prati, il killer in tilt: aveva dimenticato pure il telefonino

Il telefonino la prova cruciale, manca l'arma. Chi è Giandavide De Pau: nel 2006 aggredì un'altra escort

Giandavide De Pau filmato anni fa durante una inchiesta

Giandavide De Pau, l’uomo ritenuto il killer della mattanza di Prati, aveva dimenticato il cellulare in casa di una delle vittime.

Il telefonino la prova cruciale, manca l’arma. Chi è Giandavide De Pau: nel 2006 aggredì un’altra escort

Uno smartphone, intestato alla sorella, è stato trovato  nell’appartamento al primo piano della palazzina di via Riboty a un passo da piazzale Clodio dove giovedì mattina sono state trovate assassinate due escort cinesi. Ora si cercano tracce del suo passaggio anche in casa della colombiana Martha Castano Torres uccisa, sempre a coltellate e nella stessa mattinata, nella vicina via Durazzo.

C’era stata concitazione, sarà pure andato in tilt mentre una delle due vittime provava a trascinarsi sul pianerottolo dove è morta in una pozza di sangue (leggi qui). Quindi la dimenticanza che lo ha tradito collocandolo al centro della scena del delitto.

E’ stata la stessa sorella, consigliata anche dalla madre, a denunciarlo, a confidare ai carabinieri i loro sospetti. La vicinanza della casa del fratello con quelle delle vittime, la sua strana sparizione, avevano messo in allarme Francesca De Pau.

Il fratello, infatti, abitava alla Balduina, vicino a Prati, il quartiere dove si sono consumati i tre delitti, e per due giorni non aveva risposto al telefonino, praticamente da quando a Roma non si parlava d’altro che di quelle tre lucciole uccise senza un perché.

Tanto che quando la polizia la chiama e l’avverte per quel telefonino trovato in casa delle due escort cinesi assassinate non si sorprende. Spinta dal presentimento è già preparata al peggio.

L’interrogatorio

Stessa scena davanti agli investigatori della Mobile e al magistrato. “Ricordo solo tanto sangue. Ho tamponato la ferita di una donna...”. “In casa c’era pure un altro uomo”, aggiunge. “Non ricordo nulla della colombiana assassinata. Non ricordo proprio nulla. Perché non ammetterlo…

Solo De Pau ora potrà indicare eventualmente dove si sarebbe disfatto dell’arma del delitto.

I ricoveri

L’uomo, arrestato per omicidio volontario plurimo, a cui rischiano di aggiungersi le aggravanti dei futili motivi e della crudeltà, ha avuto in passato due ricoveri ospedalieri per problemi psicologici amplificati dal suo stato di tossicodipendenza.

Per un periodo girava Roma come autista del boss Michele Senese. Ma il suo percorso era un altro: risprofondava nella cocaina commettendo bravate che non avevano nulla a che fare con la criminalità che voleva prendersi Roma.

Le lucciole nel mirino del killer

Nel 2006 era finito sotto accusa per aver bussato a casa di una escort brasiliana di 20 anni presentandosi come idraulico. Sosteneva di essere stato chiamato dai padroni di casa per riparare la caldaia. Poi però aveva tirato fuori la pistola e alla donna non era rimasto che scappare seminuda dalla finestra. Venne arrestato dai carabinieri.

In un’altra occasione avrebbe sparato con un fucile a pallettoni a delle prostitute che lavorava in strada, sulla Salaria.

La famiglia

La madre lo ricorda da ragazzo: “Era un salutista, lo ha rovinato una donna che lo ha indotto alla droga. Ma se davvero ha compiuto quei delitti…”. “Siamo devastate”, aggiunge riferendosi anche alla figlia che ha dovuto trovare il coraggio di chiamare i carabinieri.

L’arresto, proprio a casa della madre, a Ottavia. La Mobile ha bussato nella notte tra venerdì e sabato. Da lì il trasferimento in Questura, l’interrogatorio confusionario di dieci ore e poi il carcere.

Giandavide De Pau, noto come “Il Biondo”, era tornato libero a primavera di quest’anno, dopo la retata di 60 persone per Alba Tulipano, l’operazione che nel 2020 aveva smatellato una rete di pusher e che avrebbe portato in galera anche Diabolik, Fabrizio Piscitelli, se non fosse stato freddato l’anno precedente.

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